Il fallimento della società Robur Siena poi precluse il diritto di partecipare al campionato professionistico di serie C e, fatta svanire quindi la possibilità di rilevare la società Robur Siena, il Sindaco preferì la cordata armena, auspicando che questa opportunità venisse colta “nel rispetto della civiltà senese, dei tifosi e amanti del calcio, augurando un futuro all’altezza della nostra tradizione per la squadra di calcio bianconera”.” Così un intervento dell’Unione Comunale di Siena del Partito Democratico.
“L’obiettivo dichiarato – prosegue il PD – era l’immediata promozione in serie C. Da allora in poi, però, praticamente tutto ha preso una brutta piega. In modo irrispettoso, la nuova proprietà ha cambiato e stravolto lo stemma e aggiunto il termine straniero Noah. La prima doccia fredda è avvenuta con il clamoroso divorzio con l’ex campione del mondo Alberto Gilardino che è stato un campanello d’allarme sulla situazione effettiva della società. Un caos vero e proprio, compreso lo smantellamento sofferto del settore giovanile.
I tifosi ora sono esasperati e hanno perso la pazienza, chiedendo provvedimenti risolutivi e un intervento dell’Amministrazione comunale. Come più volte dichiarato, i finanziatori armeni preferirono rilevare una società senza debiti in serie D invece di ripartire dalla serie C, che avrebbe comportato costi maggiori. Il tema della ristrutturazione dello stadio e della sua trasformazione con spazi commerciali, sul modello di altre grandi città italiane, si è intrecciato pericolosamente con il tanto agognato progetto sportivo, senza adeguata chiarezza delle intenzioni e della disponibilità del Comune di Siena, nonostante la discussione sul Piano Operativo fosse sicuramente stata la sede più opportuna per valutare eventuali cambi di destinazione urbanistica.
La Robur è un bene della città e dei suoi cittadini – prosegue il Partito Democratico – e negli anni le amministrazioni comunali se ne sono sempre interessate in modo attivo, assumendosi le proprie responsabilità. Così, il Comune oggi non può lavarsene le mani, dopo l’assegnazione del titolo. Così come suonano strane, ora e in questa crisi, le proposte di ampliare lo stadio fino a 25mila posti inseguendo il modello di Udine. Ugualmente molto ambigua è stata la commistione di ruoli ed interessi fra personaggi senesi senza alcun ruolo formale, ma comunque vicini all’Amministrazione comunale, e la società armena.
Non accettiamo che dall’Amministrazione comunale vengano furbescamente prese le distanze da questo disastro. Almeno ascoltino la voce dei tifosi, che con la loro passione continuano comunque a seguire la squadra del cuore. La palla è tonda e va giocata.”