con il vernissage della mostra di pittura e fotografia contemporanea ”Last Human Edition”, di David Lara e Christian Brogi.
La mostra esplora il tema dell’intervento dell’uomo sull’ecosistema Gaia, soffermandosi sul contrasto tra natura incontaminata e azione umana.
La dimensione intimista di David Lara, in tensione tra le ambiguità dell’agire umano, si intreccia con lo sguardo sorpreso, quasi ironico, del fotografo Christian Brogi, che denuncia i ritmi spietati della cementificazione, l’inquinamento e la sovrappopolazione, senza rinunciare alla ricerca di un possibile equilibrio.
David Lara
I primi lavori a inchiostro di questo artista catalano, classe 65, appaiono già in alcune esposizioni collettive nella città di Barcellona nel 1982, ma è dal 1987 che David Lara, lasciata la terra natale, lavora ininterrottamente alternando la sua personale produzione artistica alla scenografia teatrale, vivendo ed esponendo in Italia, Belgio, Germania, Austria, Nuova Zelanda, Australia, Giappone, Messico, per riapprodare infine in Italia nel 2011.
Il suo stile è in costante evoluzione. La sua ricerca artistica lo ha portato con il tempo ad un progressivo isolamento dall’influenza e dalle correnti contemporanee, muovendosi verso l’interiorità e fuori dai condizionamenti commerciali per aspirare a un’espressione che rispetti e difenda la bellezza nelle forme, senza escludere l’innovazione
Christian Brogi
Nel suo lavoro è il tempo che viene indagato. Il tempo è inteso come momento di passaggio tra un’azione e l’altra del vissuto. I soggetti, spesso in situazioni inconsuete, hanno il compito e la capacità, nella loro staticità, di indicarci lo scorrere del tempo in un gesto. Le opere sono spesso ambigue, relative e mancati di un finito, indicano il divenire, la mutabilità dell’esistenza dando vita a molteplici interpretazioni. Esse sono sempre in equilibrio tra attimo presente e momento passato. Nella sua poetica il tempo è un flusso poetico inarrestabile nel quale tutto può essere reinterpretato. Esso è colto come elemento portante dei paesaggi suoi urbani: spiazzanti, scarni dove l’istante presente si rivela in tutta la sua crudezza.