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MONTERONI D'ARBIA

MonteroniViva: ”Un Comune sempre meno trasparente”

12 Febbraio 20205 minuti di lettura
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massimogranchi“Da qualche mese, gli atti del Comune si Monteroni d’Arbia, sia quelli di Giunta, che quelli di Consiglio, che gli adottati dai dirigenti, trascorsi 15 giorni di pubblicazione obbligatoria, non sono più visibili non solo ai consiglieri di opposizione, ma anche ai cittadini”. La segnalazione arriva dal capogruppo di MonteroniViva in Consiglio Comunale Massimo Granchi che domanda: “Vuoi conoscere a quale impresa sono stati affidati i lavori? E per quale importo? Non puoi vederlo. Vuoi sapere se è stato dato un contributo ad un‘associazione, quale importo e per quale ragione non si può vedere? Vuoi conoscere quanto il Comune spende per una qualsiasi iniziativa? Vuoi vedere come vengono impiegate le tue tasse? Non è più possibile consultare integralmente gli atti e i relativi atti. Dopo 15 giorni all’albo pretorio, si può leggere solo l’oggetto.

Nonostante le più recenti norme del nostro ordinamento, dove la trasparenza è intesa come “accessibilità totale delle informazioni l’attività delle pubbliche amministrazioni, allo scopo di favorire forme diffuse di controllo sul perseguimento delle funzioni istituzionali e sull’utilizzo delle risorse pubbliche”, l’amministrazione Berni prende la decisione singolare di rendere inaccessibili gli atti.

La stragrande maggioranza delle amministrazioni, anche in provincia di Siena, consentono di visionare gli atti anche dopo 15 giorni in maniera integrale. Chiunque può controllare quello che fanno le amministrazioni di Siena, Poggibonsi, Castelnuovo, Monteriggioni, Sovicille. A Monteroni non più – ribadisce Granchi – E questo fatto è ancora più strano. Per alcuni anni l’amministrazione ha consentito a tutti di visionare integralmente gli atti. Poi improvvisamente a pochi mesi dalle nuove elezioni amministrative, questa pratica si è interrotta senza motivazioni. L’unica spiegazione che è stata fornita quando richiesta, è che la legge non obbliga a pubblicare oltre. Di fatto accade che l’operato dell’amministrazione sia meno accessibile e meno controllabile. E’ stata respinta la nostra proposta di trasmettere in diretta il consiglio comunale, come fanno ad esempio San Gimignano e Montepulciano, affinché tutti potessero visionare quello che si afferma nel Consiglio Comunale; è stata respinta la scelta di impedire la costituzione della Commissione Consiliare di Controllo, che seppure prevista dallo Statuto, non è stata attivata. Da settimane chiediamo l’inserimento di temi all’ordine del giorno delle varie Commissioni consiliari senza esito. Da mesi ci chiediamo i motivi e le risposte, seppure plausibili che ci vengono fornite, non sono né soddisfacenti né convincenti. Noi crediamo che la maggioranza abbia tutto il diritto di governare, ma anche il dovere di rendere conto del proprio operato. E ridurre l’accessibilità agli atti, riduce il controllo, riduce la trasparenza, rende l’amministrazione più opaca e lontana dai cittadini”.

Negato ai consiglieri comunali l’accesso al protocollo

Abbiamo avuto modo nei giorni scorsi di descrivere come l’amministrazione abbia voluto, con una scelta immotivata e improvvisa, limitare la possibilità di conoscere gli atti di Giunta e Consiglio, trascorsi 15 giorni dalla loro pubblicazione. In questo modo si impedisce ai cittadini di essere informati. Dello stesso segno sono le azioni attuate nei confronti dei consiglieri, che legittimamente hanno il dovere di esercitare il controllo sull’operato dell’amministrazione. Per fortuna che tra i diritti dei consiglieri rientra quello di conoscere l’oggetto degli atti in entrata e in uscita dal protocollo. E’ ovvio, altrimenti chi deve controllare, esattamente cosa controlla? Abbiamo fatto richiesta di accesso sia al Segretario comunale, sia a quello dell’insediamento, sia a quello che è succeduto e che è attualmente in carica per avere questo indispensabile strumento di controllo, del quale i segretari comunali hanno sempre confermato essere in nostro diritto. Sono passati quasi nove mesi dalla nostra richiesta, ma ancora non siamo stati messi in condizione di operare nella maniera che la legge ci assegna. Un comune meno trasparente e meno controllato, non è un comune migliore per nessuno.

Negato ai consiglieri comunali l’accesso agli atti richiesti nei tempi previsti dalla legge

Dal momento in cui sono stati eliminati gli atti sull’albo pretorio, i consiglieri comunali per vedere gli atti, devono fare una richiesta di accesso per la quale l’amministrazione ha 30 giorni di tempo per rispondere. Il più delle volte si tratta di trasmettere un semplice allegato per mail. Per fare questa azione, impiegano ogni volta almeno 29 giorni. Abbiamo richiesto in data 11 Novembre di conoscere gli atti per i quali l’amministrazione era stata citata in giudizio proposito della Grancia di Cuna. In data 11 di Dicembre, avremmo potuto conoscere gli atti, anche se a mandarli si impiega attualmente al massimo 50 secondi. In data 20 Gennaio, abbiamo sollecitato l’invio, di quella che poteva magari essere una semplice dimenticanza. Sono passati altri 20 giorni, ma nulla di fatto.

Un piano strutturale per pochi

A conferma e ad esempio dei danni che si producono quando si decide di essere trasparenti il minimo consentito dalla legge, portiamo il caso del Piano Strutturale. Il Comune di Monteroni e Buonconvento decidono di fare insieme (giustamente) il Piano Strutturale Intercomunale, ovvero il nuovo strumento che darà gli indirizzi per l’utilizzo del territorio e per l’espansione residenziale del futuro. Uno strumento di straordinaria rilevanza, dunque, del quale si dovrebbe dare la massima rilevanza e conoscenza, se vuoi essere credibile e trasparente. L’atto di avvio è portato in Consiglio Comunale praticamente sotto Natale, il il 27 Dicembre con inoltro degli atti il 24. Per i consiglieri di opposizione ci sono 400 pagine da studiare tra Natale e Santo Stefano. Nessuna iniziativa di presentazione pubblica è stata fatta e da quella data, tranne un generico comunicato stampa. Questi atti così rilevanti, dopo i 15 giorni di pubblicazione all’albo pretorio, non si vedono più. Eppure sono atti la cui pubblicazione è obbligatoria per legge, e adesso, a quasi 40 giorni dalla loro approvazione e nonostante di quelle 400 pagine ce ne siano un terzo che parlano della partecipazione dei cittadini, nessuno, al di fuori di una ristretta ed elitaria cerchia conoscono i contenuti dell’avvio del procedimento di formazione del piano.

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