Così interviene il capogruppo in Consiglio comunale del Pd di Torrita, Luca Betti.
“Domenica e lunedì potremo scegliere se dotare le generazioni future di uno strumento amministrativi indubbiamente piu funzionale di quello attuale. Scegliere una strada nuova ed abbandonare la vecchia è sempre un importante impegno mentale ed emotivo.
Non è oggi il momento per ragionale “ di pancia”, ed il passato ci insegna che quando l’uomo ha ragionato esclusivamente di pancia il risultato ha profondamente segnato la storia, e purtroppo in modo negativo.
È vero, oggi non abbiamo l’obbligo di fondere i due Comuni, viviamo in due piccole isole felici, in quella che l’Unesco pochi giorni fa ha designato come la provincia più bella del mondo, formate da comunità unite, con storia e caratteristiche diverse, è vero, ma con esigenza identiche.
Queste comunità danno però da qualche tempo segnali che la politica e chi amministra non può farsi scivolare sopra.
Perché uno dei compiti fondamentali che la politica deve avere oggi è quello di prevenire un problema del cittadino e non solo risolvere un elenco di problemi. Prevenire è meglio che Curare. E per prevenire è necessario dotarsi di strumenti Efficienti!! Oggi i nostri Enti sono efficai, ma è sbagliato mettere in atto un progetto che aumenti l’efficienza? No non è sbagliato.
I cittadini hanno bisogno di risposte, e che queste siano precise ed in tempi adeguati.
Un esempio semplice: il cittadino ha bisogno che lo scuolabus passi, ma deve passare tutti i giorni, ad un orario accettabile. E con le regole attuali per quanti anni le amministrazioni potranno garantire questi buoni standard di servizio?
È sulla semplicità di questi ragionamenti che nasce il progetto di fusione, che non è solo economia di scala, ma è la possibilità che le amministrazioni hanno di riprogettare le piante organiche dell’Ente pubblico, senza che i lavoratori ne perdano diritti ed oneri accumulati; è la possibilità di sbloccare fondi presenti nelle casse dei Comuni che oggi non si possono spendere, e credo che 11 milioni di euro circa, accumulati nel vecchio “patto di Stabilità”, investiti sul territorio in infrastrutture ( viabilità, scuole, impianti, urbanizzazione) non siano da sottovalutare.
E se a questi aggiungiamo i contributi regionali e nazionali, qualunque essi siano, mi immagino che chi amministrerà avrà una macchina efficiente, capace di dare risposte.
Con la fusione potremo dare risposte ad un territorio complementare, con la posssibilità di dare stabilità a ciò che oggi è presente e dare gambe e coraggio a nuove idee, come ad esempio in agricoltura: è fondamentale sostenere l’economia agricola di collina che oggi produce un indotto notevole sui nostri territori, ma allo stesso tempo si può progettare un economia di valle, che sulla scia di un brand già testato e funzionante sia collegato al settore della trasformazione e della commercializzazione ortofruttticola. Il rilancio di un settore industriale, con la detassazione alla aziende che investono sul territorio.
Creare opportunità, questo è l’altro vantaggio che con la fusione si può avere. Chi amministra avrà i mezzi per fare non una politica opportunistica, ma creare opportunità.
Gli edifici dei due Comuni non saranno chiusi. Non è il momento di farci abbindolare da slogan.
Gli edifici comunali rimarranno aperti e con loro tutti i front office, con la possibilità di essere aperti a tutti i cittadini del nuovo comune.
Per esempio, chi vive all’Abbadia o alla Stazione di Montepulciano, potrà benissimo fare le proprie pratiche (come il rinnovo della carta di Identità) nella municipalità di Torrita di Siena, in piazza Matteotti, che risulterà sicuramente più comodo, per distanze e accessibilità. L’attaccamento al “campanile” le proprie identità non verranno minimamente intaccate. Perché l’identità è legata alla comunità in cui si cresce e si vive, e quella nessuno la potrai mai toccare, nemmeno una fusione.
Oggi abbiamo una necessità di riscrivere e rimodellare la gestione amministrativa degli enti locali, in un ottica di efficienza di questi ultimi, prima che i servizi offerti siano delocalizzati ad enti di secondo livello, che allontanano il volere democratico a quello amministrativo.
Questo è il vero rischio che stiamo vivendo: arrivare a non essere più decisivi sul territorio, perché tutto demandato ad un ente terzo, perché il Comune non potrà più permettersi certi servizi.
Quindi quale sarà il potere decisionale domani di un Consiglio Comunale e di una Giunta? Si può oggi scongiurare questo con la Fusione dei Comuni. Il progetto della fusione è un progetto importante, storico e che offre migliori prospettive per il domani. Il nostro territorio è stato sempre all’avanguardia è ha remato in avanti per garantire un futuro, spesso anche contro corrente, ma se smettiamo di remare ora rischiamo domani di affogare.”