Questi i nostri voti ai dieci fantini che hanno corso il palio di ieri sera:
ANDREA MARI DETTO BRIO: 10 e LODE
Un palio d’attacco alla Mari. Nelle prove è rimasto volutamente coperto perchè conosceva benissimo la forza ed il motore di Rocco Nice, cavallo esordiente ma molto desiderato. Alla mossa è stato bravissimo e lucido nel leggere la situazione, con la Tartuca che aspettava la Chiocciola di rincorsa. Ha chiamato una volta la mossa, come il Bruschelli dei bei tempi, ma il mossiere ha invalidato. Quando invece la partenza è maturata, aiutato dalle grandi qualità del cavallo, ha coperto tutti dall’esterno girando primo a San Martino. E li è finito il palio, giostrato alla perfezione una volta in testa.
PERFETTO
GIOVANNI ATZENI DETTO TITTIA: 8
Un ottimo palio quello del Tittia. La prima posizione gli permette di uscire tra i primi dai canapi. Entra quarto a San Martino e supera subito dall’interno il Leocorno. Davanti c’è la Giraffa, ma quando Scompiglio sbaglia, al secondo Casato, sfrutta l’errrore per portarsi in seconda posizione. Il Drago è lontano, ma ci prova lo stesso fino alla fine, non riuscendo nell’impresa della rimonta.
LEONE
JONATAN BARTOLETTI DETTO SCOMPIGLIO: 7,5
Quando c’è da partire si fa trovare sempre pronto. Scappa davanti nelle mosse false, ma quando il mossiere la dà buona la mossa non riesce ad arginare il grandissimo spunto del Drago. Si mette dietro al Mari cercando di fare il massimo, ma sbaglia il secondo Casato, facendosi sopravanzare dall’Oca. Solu Tue Due, proprio come lo scorso anno, cala al terzo giro non lasciando scampo al Bartoletti, che chiude al quarto posto dietro allo scosso del Montone.
PARTENTE
GIUSEPPE ZEDDE DETTO GINGILLO: 7
Il palio del Montone si mette subito male dopo la busta, con il Nicchio molto basso e la contrada dei Servi al nono posto. Per lui inizia una carriera sulla difensiva che lo vede per molti fasi della mossa andare ad insidiare da vicino la rivale. Remistirio sembra fare qualche bizza, ma la sua marcatura stretta al Bruschelli dura quasi un’ora. Parte in seconda ruota, ma lo spunto dalla mossa a San Martino, in una traiettoria molto bassa, è di tutto rispetto. Trova la Chiocciola in traiettoria e batte leggermente il ginocchio sul colonnino, riuscendo però ad appoggiarsi sul Nicchio facendolo cadere.
STOPPER
ELIAS MANNUCCI DETTO TURBINE: 6,5
Marcato stretto dal Chessa durante le prove, non si fa intimidire mantenendo la calma. La sorte lo relega di rincorsa, con la rivale che inizia il proprio ruolo di guastafeste. Rimane paziente senza perdersi d’animo ed entra quando la Tartuca è messa male. Riesce così a far partire davanti le contrade favorite ed a smarcarsi dalla pressione di Nappa. A San Martino cade dopo un contatto involontario con il Montone, ma non poteva fare obiettivamente di più.
LUCIDO
CARLO SANNA DETTO BRIGANTE: 6
Esce molto bene dai canapi, mettendosi dietro al Drago, ma non riuscendo a coprire dall’esterno la Giraffa. Entra largo a San Martino e l’Oca lo infila dall’interno. Da quel momento in poi il suo palio è piuttosto regolare, senza infamia e senza lode, con Rocco Ro che non perde e non guadagna posizioni, chiudendo piuttosto attardato nelle retrovie.
SUFFICIENTE
LUIGI BRUSCHELLI DETTO TRECCIOLINO: 5,5
La posizione bassa al canape potrebbe favorirlo, ma Tabacco non sembra avere un grande spunto, anche nelle mosse false. Subisce la pressione del Montone e non sembra prendere benissimo la mossa, che lo vede partire al quinto posto nonostante la posizione favorevole. Entra quinto a San Martino, ma viene “bocciato” da Gingillo. Nello scontro con il Montone cade davanti alla Cappella, con il palio del Nicchio che finisce li.
LUCI E OMBRE
GIOSUE’ CARBONI DETTO CARBURO – ALBERTO RICCERI DETTO SALASSO: 5 ad entrambi
Sapevamo che Lupa e Istrice avrebbero puntato ad un calcistico 0-0, non avendo a disposizione cavalli competitivi per la vittoria. Alla mossa si trovano accanto, complice il cambio di posto della Tartuca. La mossa vede la Lupa e l’Istrice subito defilate che cercano di ostacolarsi fino a San Martino. Il resto della corsa è solo un’anonima lotta nelle retrovie, senza possibilità di figurare nelle foto.
AZZERATI
ANDREA CHESSA DETTO NAPPA II: 4
Tanto fumo e poco arrosto per il rientrante Chessa. La forte pressione nei confronti della rivale messa in atto nelle prove e nelle prime fasi di mossa non trova però un seguito quando si inizia a fare sul serio. Turbine rimane lucido ed entra nel momento in cui Nappa si trova basso, sorprendendolo nettamente. Probabilmente, anche se la Chiocciola avesse girato, non avrebbe vinto il palio, ma certamente non per merito suo.
APPANNATO
nome fantino, soprannome)
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