Così un intervento del Comitato promotore fusione Comuni delle Crete.
All’indomani della presentazione delle firme in Regione (2700 in tutto di cui 1300 raccolte nel territorio rapolanese) è nato infatti a Rapolano un comitato contro la fusione il quale ha già organizzato incontri e assemblee a Serre di Rapolano e Rapolano stessa.
“Premesso che non esiste ancora un comitato per il sì in quanto il referendum non è stato ancora ufficializzato, i cosiddetti punti forti di chi la pensa diversamente da noi sono: la pretesa contestazione che non ci sarebbe stato un dibattito preventivo alla raccolta delle firme e che le nostre firme sarebbero state raccolte con l’inganno” – a parlare è uno dei due portavoce del Comitato Promotore del Referendum per la Fusione dei Comuni di Asciano e Rapolano Terme, ovvero Donato Chiezzi.
“Personalmente ho sollecitato più volte la richiesta di un confronto a livello politico – risponde Chiezzi alla prima critica – ma questa richiesta è sempre caduta nel vuoto. Né, durante i sei lunghi mesi occorsi per la raccolta di firme, mi risulta che qualcuno ci abbia contattati per chiedere spiegazioni o ancora più semplicemente per aprire un confronto” – prosegue il portavoce.
“La realtà – fornisce la spiegazione del popolo della fusione, Donato Chiezzi – quelli che oggi organizzano assemblee contro la fusione ci ha sottovalutati a lungo, e soprattutto è stata sottovalutata la grande volontà di partecipazione emersa da una consistente fetta dei nostri concittadini”
E per concludere il portavoce si esprime sul secondo tema emerso come uno dei piatti forti del comitato opposto, ovvero l’argomentazione di una raccolta delle firme portata avanti con l’inganno.
“Oltre che falsa, questa affermazione potrebbe essere offensiva. Intanto perché ho partecipato di persona alla raccolta delle firme e posso garantire che la gente sapeva perfettamente quale fosse l’istanza da fare eventualmente propria. Ma soprattutto è una argomentazione fuori luogo per il semplice motivo che le firme servono semplicemente a far sì che i cittadini esprimano la propria opinione. La questione oggi è se la fusione possa essere occasione di sviluppo e miglioramento della qualità della vita oppure se dobbiamo assistere passivi ad un decadimento per noi evidente dei nostri territori. Oggi, il pronunciamento democratico su questo tema, noi lo chiediamo direttamente alle urne”.