dell’incontro che si è tenuto venerdì pomeriggio nel contesto dell’iniziativa Tessere i territori, tra i vertici delle due aziende sanitarie, vale a dire Usl Sud Est e Azienda ospedaliera universitaria, la stessa Università e l’assemblea della Società della Salute Senese composta dai sindaci dei quindici comuni del territorio che ricomprende.
Con l’ultima riforma della sanità Toscana, l’ambito di intervento e soprattutto di collaborazione tra i soggetti che concorrono alla salute dei cittadini, si è ingrandito definendo non solo più ampi confini territoriali e di bacino di utenza per la stessa Azienda ospedaliera universitaria(l’area vasta conta oltre 840 mila abitanti), ma anche una migliore qualificazione dei servizi, l’integrazione tra ospedale e territorio e la codificazione di più percorsi assistenziali. Tra questi, oltre al percorso stroke, politrauma e stemi (per l’infarto miocardico acuto) – ormai consolidatisi negli anni – si sta lavorando per un più efficiente percorso del tumore al seno, il percorso riguardante il pancreas, il potenziamento del percorso urologico con le implicazioni rispetto alle malattie della prostata e a percorsi per la presa in carico e cura di nuove malattie quale la Sla.
L’incontro, quindi, ha meglio illustrato gli investimenti nella nuova organizzazione sanitaria territoriale, il rapporto tra Azienda Ospedaliera Universitaria e gli altri ospedali della rete, il ruolo della formazione universitaria verso le professioni sanitarie e per le specialistiche, l’offerta di formazione continua per i professionisti sul territorio e la crescente presenza nelle strutture territoriali degli studenti di medicina.
Ha permesso di sottolineare, da parte dei sindaci, le problematiche ancora aperte e le aspettative dei cittadini, per servizi sanitari più celeri nella risposta, come la risoluzione delle liste di attesa su cui la Usl sta lavorando per classi di priorità e con il nuovo modello organizzativo “dove si prescrive si prenota”. Toccato anche il problema della prossimità delle cure, in particolar modo il consolidamento del modello delle case della salute e quindi la collaborazione tra il medico di medicina generale e gli specialisti soprattutto nei comuni del territorio intorno al capoluogo.