I due, di 22 e 25 anni, entrambi nati in Moldavia e residenti a San Rocco a Pilli (Sovicille), il secondo giù conosciuto alle forze dell’ordine, erano stati controllati in un primo tempo dai Carabinieri, a seguito di una richiesta di intervento giunta al 112, per un “vivace” alterco avuto con dei giovani del luogo. In quella circostanza, nel corso della perquisizione della loro auto, i militari avevano rinvenuto attrezzi di lavoro, compatibili con l’attività di operaio svolta da entrambi.
Il giorno successivo, analizzando una denuncia di furto ricevuta, i militari dell’Arma si sono resi conto che gli oggetti, di cui era stata denunciata la sottrazione, corrisondevano in gran parte a quelli che avevano osservato nel cofano dell’autovettura perquisita il giorno prima.
I Carabinieri hanno quindi rintracciato i due moldavi, conducendoli in caserma e, nel corso di una audizione informale, hanno contestato loro di aver visto quegli attrezzi da lavoro, del valore di circa 6mila euro, e di volerli recuperare per poter stabilire se si trattasse di refurtiva.
Sotto le insistenti richieste dei militari, i due hanno condotto i Carabinieri nelle campagne di Rosia dove, perfettamente occultati, sono stati rinvenuti gli attrezzi sottratti nel garage della persona che aveva fatto la denuncia. Questi, convocato in caserma, riconosceva con certezza quel materiale che gli veniva quindi restituito.
I due moldavi avevano probabilmente riportato il materiale nel garage dell’uomo dopo la perquisizione dei Carabinieri in modo da non essere scoperti.
I due sono stati pertanto denunciati in stato di libertà per furto aggravato da effrazione.