situato in via della Sapienza 3, al primo piano dell’ex Istituto d’Arte e direttamente collegato al “Gabinetto Disegni e Stampe” della Biblioteca. Si ricorda che l’orario di ingresso è il seguente: da LUN a VEN 14.30-18.30 – SAB 10-13 domenica e festivi chiuso.
Il titolo della mostra prende il nome da un racconto tratto da “Le Cosmicomiche” di Italo Calvino, dal quale Mazzieri ha tratto l’ispirazione per realizzare le 20 opere grafiche a tecnica mista su carta realizzate nel 1980, che hanno già ricevuto importanti riconoscimenti nazionali ed internazionali e sono state donate alla Biblioteca alla fine del 2014, andando ad incrementare il patrimonio del “Gabinetto disegni e stampe” degli Intronati, che annovera oltre ad antichi materiali grafici, notevoli testimonianze di artisti contemporanei, soprattutto senesi, e che rappresenta un punto di riferimento importante per i giovani e per tutta la città vista la sua rilevanza.
Fabio Mazzieri è nato a Siena il 9 febbraio 1945. Si è diplomato all’Accademia di Belle Arti di Firenze – sez. Decorazione Pittorica – nel 1970. Ha insegnato Discipline Pittoriche, al Liceo Artistico di Firenze e all’Istituto d’Arte “Duccio di Buoninsegna” di Siena, dal 1978 al 2011. Vive e lavora a Siena
“Andiamo a leggere il racconto di Italo Calvino “Senza Colori” da “Le Cosmicomiche”. Quella terra libera e monocromatica, dove uomo e natura compongono una unità assoluta “monotona ma riposante”, senza barriere di spazio e di contorni definiti, rotta poi dal colore affascinante ma micidiale, che porta evoluzione negativa/positiva, lascia aperta ogni scelta. Mazzieri effettua la medesima operazione con la stessa impostazione metodologica con cui lavora coerentemente dal 1970” Maria Russo, dal catalogo “SENZA COLORI” 1/20 agosto 1981, Galleria “il Granaio”.
“In quel famoso artista di Siena, di nome Fabio Mazzieri, tutto questo determina un big bang. Il racconto di Calvino va a deflagrare in una dilagante moltiplicazione di dipinti, che origina un universo pittorico sontuoso e coerente. Nella sua radiazione di fondo, così come nelle sue singole particelle, rimane traccia dell’incredibile pressione originaria vigente in quella «singolarità iniziale»: cioè in quell’unico, irripetibile, punto dello spaziotempo nel quale il pittore lesse il racconto di Calvino destinato a innescare l’irreversibile espansione.” Alessandro Fo.