I quattro, tra i 42 e gli 82 anni, tutti nati e residenti in Emilia Romagna, avevano pagato al denunciante una fornitura di Brunello di Montalcino per circa 4.000 euro utilizzando un assegno che, portato all’incasso in banca, risultava essere stato precedentemente denunciato come smarrito da una donna di Bologna.
Probabilmente i quattro – vecchie conoscenze delle forze dell’ordine – avevano ritenuto di realizzare solo una condotta di truffa, per procedere contro la quale è necessaria una querela dalla quale con qualche accortezza ci si può anche difendere, elaborando delle giustificazioni plausibili e, alle strette, si può mercanteggiare sulla remissione della stessa. Non avevano forse pensato che l’utilizzo di un assegno rubato costituisce di per sè ricettazione, reato molto più grave per il quale si procede d’ufficio.
I Carabinieri consigliano:
• di non fidarsi degli sconosciuti in genere;
• di non ritenere che le persone anziane siano, solo per questo, più affidabili delle altre;
• di diffidare dei pagamenti con assegno del venerdì a mezzogiorno – sarà infatti possibile riscuotere l’assegno solo al lunedì successivo e i malfattori nel frattempo avranno già piazzato la merce che non si potrà nemmeno sequestrare;
• di annotare sulla bolla di consegna della merce (documento di trasporto), la targa del mezzo che ha caricato il vino, in maniera da creare un appiglio per future indagini.
• nei casi in cui la consegna della merce sia compiuta tramite corriere proprio, che consegna in un certo luogo, far sì che questi verifichi e annoti quanto meno la targa del soggetto che riceve la merce.
• le truffe poste in essere dai responsabili di società in liquidazione o fallimento sono più probabili a fine anno, poco prima della chiusura della società, nel momento in cui questa ancora dispone di una sede legale.