Il cinquantenne dipendente aveva ritenuto che dalla contabilità dei carburanti di molti automezzi continuamente in movimento per la consegna dei più disparati pacchi, non avrebbe potuto emergere un eccesso di consumi. Il gioco sembrava essere facile: negli orari di chiusura di un distributore situato in città, l’uomo si incontrava con due impresari edili, un albanese ed un macedone, che giungevano a turno con un camioncino sul quale era montata una cisterna in vetroresina da 400 litri. Ai due “clienti”, il 50enne vendeva il gasolio ad un euro al litro e riceveva denaro contante per poi riportare la scheda magnetica in ufficio.
Quando dalla sede centrale della società è stato rilevato che i mezzi affidati al concessionario senese avevano consumi abbondantemente superiori a quelli di altre parti d’Italia, il sospetto è nato, corroborato da dati di fatto ed il legale rappresentante si è recato al Comando provinciale dei Carabinieri per sporgere denuncia.
A questo punto è iniziato il lavoro dei militari dell’Arma, che pazientemente hanno ricostruito i fatti. Quasi 17mila litri di gasolio sottratti in due mesi non potevano non aver lasciato tracce. I militari dell’Arma hanno così scoperto che l’impianto di videosorveglianza del distributore aveva ripreso eloquenti immagini, e le ultime non erano state cancellate. Il venditore doveva essere fra coloro che avevano la disponibilità della card ed è stato quindi presto individuato.
Dalle targhe degli autocarri è stato poi possibile individuare i due impresari compratori, la posizione dei quali è ancora peggiore di quella del loro fornitore di gasolio: il pm Antonino Nastasi li attende in Tribunale con l’imputazione di ricettazione, mentre il dipendente infedele, nel frattempo allontanatosi da Siena, ma rintracciato dai Carabinieri, dovrà rispondere di furto.