La sinistra dovrebbe misurarsi con questa ‘visione’ e ricostruire la ‘sua’. Il capitalismo nei decenni che abbiamo alle spalle è molto cambiato e la sinistra non è stata all’altezza delle sfide – anche teoriche – che esso ha posto”. A scriverlo è Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana e candidato alla rielezione per il Partito democratico, in un intervento pubblicato ieri sul blog di Huffington Post Italia.
Rossi svolge le sue considerazioni partendo dal programma di ‘alta politica’ che Papa Francesco ha messo in campo con la costruzione di un corridoio umanitario attraverso le sedi diplomatiche del Vaticano per accogliere l’esodo biblico dall’Africa e dal Medio Oriente, passando per la visita a Cuba del Pontefice il prossimo settembre e il contributo alla pacificazione dell’Isola con gli USA, sino al tentativo di costruzione di un reale processo di dialogo nello stesso Medio Oriente attraverso il riconoscimento della Palestina.
Rossi ritiene necessario per la sinistra “partire da un nuovo ‘internazionalismo’ che prenda le mosse dal sentiero interrotto nei primi anni Ottanta. Allora la sinistra europea (con leaders come W. Brandt, E. Berlinguer e P. Glotz) era ancora capace di una visione globale, senza la quale essa perde ogni aderenza al mondo e si rinchiude negli egoismi nazionali, nelle prassi di governo o ancor peggio, come sta accadendo in Italia a sinistra del Pd, nel frazionismo e nel gioco parlamentare, perdendo di vista il mondo. Occorre un grande sforzo culturale collettivo. Questa è la sfida della sinistra, quella lanciata anche dal Papa, se essa saprà assumerla”.