“Siamo a pochi giorni dall’inizio del nuovo anno 2021 e dalla ripartenza della scuola, ma ancora il caos regna sovrano nel mondo dell’istruzione”. Così dichiara l’onorevole Stefano Mugnai, vicepresidente del Gruppo Forza Italia alla Camera dei Deputati.
“Nonostante l’accordo Stato-Regioni siglato in data 23 dicembre che prevede ritorno in classe per 2,5 milioni di studenti nelle scuole superiori, tutto è ancora poco chiaro e le critiche dal mondo dell’istruzione si alzano sempre con maggiore frequenza. Due sono i temi più caldi: la DAD e le conseguenze sociali del suo utilizzo ed i problemi mai risolti del Trasporto pubblico locale per gli studenti. Secondo il calendario siamo a fine dicembre 2020, ma è come se fossimo nei fatti ancora fermi a luglio 2020. Nessun passo avanti è stato fatto. Il Ministro dell’Istruzione e “dei banchi a rotelle”, Lucia Azzolina non è stata capace di produrre alcuna soluzione concreta nè per la formazione dei nostri figli nè tantomeno per i loro quotidiani spostamenti. Come padre, sono anch’io molto preoccupato per il futuro dell’istruzione dei miei figli.
Quale formazione e crescita potremo infatti garantire per i nostri figli se negheremo loro il contatto con i loro coetanei e il rapporto vero con i loro insegnanti? Non penseremo per caso di sostituire il tutto con un pc ed una web cam? Questa poteva essere una soluzione tampone, momentanea, non la scuola del 2020-2021 o peggio ancora del futuro! In Francia, Spagna e Germania le scuole sono rimaste aperte. Nonostante l’aggravarsi dell’epidemia la frequenza delle lezioni in presenza è stata garantita, contrariamente a quanto fatto in Italia. La didattica a distanza mantenuta nel tempo e solo ridotta talvolta ha rivoluzionato in negativo la formazione scolastica e distrutto i rapporti umani, la base della crescita di ogni bambino o giovane. Senza contare, e lo abbiamo ribadito più volte come Forza Italia, che non tutti godono della possibilità su scala nazionale di avere “per forza” un computer e la connessione a casa. Non tutti infatti se lo possono permettere economicamente.
La situazione della scuola italiana a pochi giorni dalla ripartenza desta preoccupazione. “Il problema principale – ha spiegato Giannelli dell’Associazione Nazionale Presidi – riguarda la mancata o insufficiente riorganizzazione dei trasporti che sta costringendo i Prefetti a chiedere alle scuole di effettuare dei turni di entrata in orari scaglionati molto impegnativi. In particolare, far uscire da scuola i ragazzi alle 15.00 o alle 16.00, soprattutto per studenti pendolari, comporterà un rientro a casa in orari che causeranno difficoltà sia alle famiglie che allo studio domestico.” Senza dimenticare il problema del rischio contagi nelle scuole visti i prevedibili assembramenti (gli spazi non sono sufficienti per tutte le attività curricolari) e le eventuali caotiche quarantene già vissute a settembre scorso. In conclusione, una scuola che appare realmente ancora un cantiere aperto, senza però mai avere una data definitiva di conclusione dei problemi”.