IL QUADRO
– I mercati finanziari proseguono il riaggiustamento, superando l’ostacolo tariffe USA, e confortati da un mercato del lavoro vicino alla piena occupazione che non riesce a generare una accelerazione nella crescita dei salari
– Questa settimana inflazione USA al centro dell’attenzione e cruciale per meeting Fed della prossima settimana
La settimana è stata ricca di eventi economici e politici, la cui combinazione ha lasciato i mercati nella fase di riaggiustamento dopo il difficile periodo 26/1->8/2. Sul fronte politico, a fronte dell’inizio dell’incertezza in Italia si è avuta la fine dell’incertezza in Germania, con la giornata odierna che vedrà la firma del patto di coalizione. L’introduzione delle tariffe su acciaio/alluminio da parte dell’amministrazione USA ha provocato furiose reazioni che non hanno però raggiunto i mercati finanziari, che hanno invece reagito positivamente alla notizia di un incontro Trump-Kim Jong. Nessun danno neanche dai dati sul mercato del lavoro USA di febbraio, più forti del previsto in termini di creazione di nuovi posti di lavoro ma che evidenziano una crescita dei salari moderata (2,6% su base annua), dopo l’inattesa salita di gennaio (2,9% rivista successivamente al 2,8%).
Il combinato disposto di quanto sopra è stato associato a mercati azionari in rialzo di oltre il 3%, rendimenti invariati (GER) o in leggero rialzo (USA, ITA) e dollaro forte verso euro e yen. Lo S&P500 ha recuperato nell’ultimo mese circa il 70% del sell-off registrato dal 26 gennaio all’8 febbraio, mentre i mercati europei hanno recuperato circa un terzo delle perdite.
USA: TARIFFE E NORD COREA
Un’analogia spesso utilizzata è quella del vaso di pandora, il mitologico vaso da cui tutti i mali si riversarono sul mondo una volta aperto dalla sua troppo curiosa proprietaria. Trump ha autorizzato l’introduzione delle tariffe sulle importazioni di acciaio (25%) e alluminio (10%), lasciandosi l’opzione di aumentare o ridurre l’entità e di aggiungere o esentare alcuni paesi (per ora la misura non si applica a Canada e Messico, il primo e il quarto esportatore di acciaio verso gli USA). Come noto, Gary Cohn, il direttore del National Economic Council, si è dimesso in disaccordo con le misure, che hanno scatenato una serie di reazioni negative. Il tema non è il limitato impatto che queste misure possono avere sul commercio mondiale, ma il pericolo che l’insieme di paesi/prodotti soggetti a misure protezionistiche si allarghi. Tuttavia, non tutto è andato storto la settimana passata per l’amministrazione USA: i mercati hanno accolto positivamente la prospettiva di un incontro con il dittatore nordcoreano Kim Jong entro maggio (e per il quale la Corea del Sud, il terzo esportatore, chiede di essere esentata dalle nuove tariffe).
MEETING BCE: DISDETTA UN’INUTILE POLIZZA ASSICURATIVA
Nel meeting di giovedì scorso, la BCE ha modificato la sua forward guidance sul programma di acquisti di titoli (Asset Purchase Program, APP), eliminando dal suo comunicato il riferimento alla possibilità che il programma possa essere incrementato dagli attuali 30 mld di acquisti al mese o allungato rispetto alla scadenza del settembre 2018 nel caso in cui lo scenario macro si deteriorasse. La modifica era attesa dal 37% degli intervistati nella survey di Bloomberg, e non ha costituito quindi una sorpresa. Qualcuno paragonava questa opzione a una assicurazione su un’auto che non si possiede più: in un ambiente di crescita oltre il potenziale e con i problemi di scarsità di titoli da comprare rispettando i limiti del programma, era diventato oramai chiaro che un rafforzamento dell’APP costituiva un’arma inutile al momento, e da impiegare semmai in occasione della prossima recessione. La reazione immediata del mercato (Euro forte, rendimenti in salita) è stata riassorbita durante la conferenza stampa di Draghi, che ha minimizzato la rilevanza della mossa.
LA SETTIMANA
– Inflazione USA – Martedì verrà rilasciato il CPI di febbraio, numero chiave per orientare le aspettative del mercato riguardo il meeting della Fed del 20-21 marzo, per il quale il mercato si attende il primo dei tre rialzi attesi per l’anno in corso (ma con una probabilità non marginale, circa il 25%, di quattro rialzi). Le attese sono per un 2,2% (2,1% a gennaio) e 1,8% per l’indice core (invariato). La dinamica recente dell’inflazione USA è caratterizzata da una totale assenza di trend per le misure core (depurate dalle componenti più volatili). E’ dal maggio 2017 che il CPI è all’interno dell’intervallo 1,7%-1,8%, e il deflatore dei consumi (la principale misura dell’inflazione per la Fed) ha mostrato una variabilità simile (1,3%-1,5%).
– Politica in UE – Oggi il PM Merkel firmerà il patto di coalizione con la SPD; sempre oggi di interesse in Italia la direzione del PD, dove le prospettive per la formazione di un governo potrebbero divenire più chiare. Probabili anche nuovi sviluppi sul fronte Brexit, con la riunione dell’Eurogruppo che discute la posizione della UE.