I militari erano soliti da tempo effettuare frequenti passaggi sulla strada provinciale 2 bis, all’altezza del km 6+600, dove ormai da tempo, i soliti ignoti erano soliti abbandonare rifiuti di ogni genere, deturpando l’ambiente del luogo.
Andando a curiosare fra i rifiuti, fra televisori, lavatrici ed altri elettrodomestici molto ingombranti, all’interno del cassetto di una vecchia credenza, i Carabinieri avevano rinvenuto una cartolina diretta anni addietro a una signora di Radda. Partendo da quell’indizio, gli investigatori erano risaliti a una famiglia del luogo. Quell’abbandono abusivo di elettrodomestici e mobilia era avvenuto solo il giorno prima, perché da qualche tempo i militari si erano presi la briga di fotografare quotidianamente la montagnola di rifiuti.
I sospettati avevano però potuto esibire una fattura da tremila euro rilasciati da una ditta fiorentina per il corretto smaltimento di quei rifiuti speciali. Era a quel punto facile poter rivolgere ogni attenzione alla società specializzata in questi particolari smaltimenti, che avrebbe avuto l’obbligo di tutelare l’ambiente e che pubblicizza ampiamente tale finalità tra gli obbiettivi aziendali. Ne era così scaturita una denuncia per abbandono incontrollato di rifiuti.
Due giorni fa la proprietaria di quell’appartamento di Radda, che vive e risiede a Genova Pegli, è tornata in Toscana per fare una gita e controllare la casa di famiglia. Ha avuto così modo di scoprire che i già denunciati titolari della ditta per lo smaltimento di rifiuti speciali, simulando maldestramente una sorta di dabbenaggine davvero poco credibile, avevano portato via diversi mobili antichi di grande pregio e valore, avendoli evidentemente ritenuti, così continuano a voler far credere, vecchia robaccia da far fuori. Severamente arrabbiata la signora è corsa alla stazione dei Carabinieri di Radda per denunciare quanto scoperto. Con pochi accertamenti i militari dell’Arma hanno verificato come sia decisamente molto credibile il racconto della donna e hanno rincarato la dose per le persone già denunciate, per le quali ora pende alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Siena anche una seconda denuncia, questa volta per furto aggravato.