L’ultimo aggiornamento, contenuto nella semestrale, parla di un petitum che ha sfondato gli 800 milioni di euro, reclamato o oggetto di cause in tribunale da parte di circa 800 soci. Un numero più che raddoppiato da inizio 2017 e che la banca non esclude in futuro possa aumentare “anche significativamente”.
I soci contestano, a vario titolo, di essere stati indotti a comprare azioni e a sottoscrivere i numerosi aumenti di capitale varati da Mps tra il 2008 e il 2015 (quattro operazioni con cui sono stati chiesti al mercato 15 miliardi di euro) sulla base di informazioni false o non corrette contenute nelle varie comunicazioni finanziarie prodotte da Mps a partire dal 2008, anno di acquisizione di Antonveneta.
A fare causa a Mps, si legge nella semestrale, sono state la Coop Centro Italia e la sua controllata Coofin, che chiedono danni per 137,1 milioni di euro, il socio Andrea Marangoni, nel cui giudizio sono intervenuti successivamente altri 123 azionisti per un petitum complessivo di 89 milioni e altri 14 soci ed azionisti, le cui richieste ammontano a 46 milioni.
“Le azioni promosse dagli investitori potrebbero aumentare, anche significativamente, dal punto di vista del numero e delle richieste risarcitorie” anche in seguito alle “risultanze” dei due procedimenti penali in corso a Milano, quello che vede imputati Giuseppe Mussari e gli ex vertici sui derivati Alexandria e Santorini (la banca è coinvolta in qualità di responsabile civile) e quello che potrebbe costare un processo per aggiotaggio e falso in bilancio ai loro successori Fabrizio Viola e Alessandro Profumo per come i due derivati sono stati rappresentati in bilancio (Mps è imputata in base alla legge sulla responsabilità amministrativa degli enti).
Allo scorso 31 dicembre il totale delle richieste di danni recapitati alla banca ammontava a 396 milioni di euro. Ad essere lievitati sono soprattutto i reclami (ai tempi fermi a 478 richieste per un controvalore di 118 milioni) mentre le cause in giudizio sono sostanzialmente invariate.