La settimana che si apre sarà dominata dalla reazione del mercato al discorso di insediamento di Trump. Lo S&P500 ha chiuso la sessione di venerdì con un lieve apprezzamento (0,34%), ma il movimento è stato associato a un deprezzamento del dollaro e un calo dei rendimenti che testimoniano che il mercato rimane cauto sull’efficacia delle future mosse della nuova amministrazione. Il Nikkei è al momento negativo (-1,3%), così come l’apertura dei maggiori indici europei.
MERCATI
– Mercati azionari invariati nella settimana (S&P500 -0,15%, Euro Stoxx +0,18%, FTSEMIB +0,2%).
– Sui mercati obbligazionari rendimenti USA e GER in risalita.
– Da rilevare l’ennesima settimana positiva (la settima sulle ultime otto) del settore bancario italiano; il +5,4% della settimana porta la performance dall’inizio dell’anno al 12% e a una sovraperformance del 10% in termini relativi (vs. Euro Stoxx Banks).
– Più in generale gli assets italiani hanno assorbito bene il downgrade di DBRS e la prospettiva di una negoziazione con la Commissione Europea sul deficit pubblico del 2017; lo spread Btp-bund si è allargato solo marginalmente nella settimana (+4, a 160 punti base).
TRUMPOCENE
Ci sono i fatti, e ci sono le percezioni; i primi per definizione non mutano, le seconde sono volatili. Il fatto è l’elezione di Trump. In una prima fase, la percezione nel periodo che va dalle elezioni dell’8 novembre sino a circa metà dicembre era che la politica economica presentata in campagna elettorale avrebbe indotto maggiore crescita, maggiore inflazione, ed un ambiente straordinariamente favorevole per le aziende (“this guy is great for business”). In termini di mercati finanziari tutto ciò si è tradotto correttamente in un rally dei mercati azionari, un rialzo dei rendimenti obbligazionari ed un dollaro più forte.
In una seconda fase, che ha avuto inizio verso la metà di dicembre, la percezione ha virato verso un atteggiamento più cauto. Quante delle misure propagandate in campagna elettorale saranno portate in Congresso? Quante delle misure portate in Congresso verranno tradotte in nuova legislazione? E quanto saranno efficaci le misure tradotte in legislazione? Questa seconda fase ha visto uno stop al rally dell’azionario, un ripiegamento dei rendimenti e una debolezza del dollaro.
Gli interrogativi ruotano attorno a quanto durerà questa seconda fase e da cosa sarà seguita. A giudicare dalla prima reazione, il discorso di insediamento di Trump non ha sciolto questi interrogativi e sarà probabilmente necessario vedere quali saranno le prime mosse e come saranno ricevute del Congresso USA.
LA SETTIMANA
– Venerdì verrà rilasciata la prima stima del Pil del Q4 negli USA. Il trimestre finale dell’anno ha visto l’economia crescere al 2,1% (consensus Bloomberg), in decelerazione rispetto al 3,5% del Q3. Inutile dire che l’attenzione è rivolta al passo di crescita dell’economia nell’anno in corso, e soprattutto quanto questo possa essere ulteriormente irrobustito dalle politiche della nuova amministrazione. Per adesso le previsioni di consensus sono state riviste solo marginalmente al rialzo; il Pil 2017 è visto dal consensus al 2,3% contro un 2,2% previsto a dicembre e un 2,1% ad ottobre, prima dell’elezione di Trump.
– Dopo il discorso della PM May, martedì mattina la Corte Suprema UK renderà nota la sua decisione sul ricorso del governo contro la sentenza dell’High Court che ha negato la “royal prerogative” di cui il governo si voleva avvalere per evitare il coinvolgimento del Parlamento nella decisione di lasciare l’UE. In parole povere: se la Corte Suprema accoglierà il ricorso del governo, il processo di uscita sarà attivato senza un voto parlamentare. La decisione non dovrebbe fare una grande differenza riguardo il processo, e la sua importanza è stata in qualche modo depotenziata dalla May, che ha annunciato che un voto parlamentare avverrà comunque sull’accordo finale che verrà raggiunto con la UE alla fine del processo di negoziazione (all’incirca tra due anni).
– Sul fronte domestico, martedì (probabilmente in tarda serata) la Corte Costituzionale emetterà il suo verdetto sulla costituzionalità dell’”Italicum”.