L’ammontare di capitale “precauzionale” che una banca può chiedere allo Stato “è quello necessario a coprire il fabbisogno patrimoniale che deriva dallo scenario avverso di una prova di stress” e, nel caso della Banca Monte dei Paschi di Siena, “tale fabbisogno è stato valutato dalla BCE in 8,8 miliardi ed è riferito alla prova di stress resa pubblica dall’EBA”.
Lo scrive Bankitalia in una nota di approfondimento, in cui spiega che “tale ammontare è stato determinato considerando l’esito della prova di stress in condizioni avverse” (CET1 -2,44 per cento per Mps) e “calcolando l’ammontare necessario per riportare il CET1 ratio all’8 per cento e il Total capital ratio all’11,5 per cento, come deciso in una apposita riunione dal Consiglio di vigilanza della BCE”. Le regole della direttiva europea brrd prevedono che l’intervento dello Stato nella ricapitalizzazione preventiva del Montepaschi possa essere effettuato solo dopo aver convertito in azioni le obbligazioni subordinate (burden sharing o condivisione degli oneri). Tuttavia, “qualora le obbligazioni subordinate siano state vendute a clientela al dettaglio (retail) non rispettando corrette regole di trasparenza, è possibile attenuare gli effetti dell’applicazione del principio di condivisione degli oneri”.