L’Azienda Ospedaliera Universitaria Senese è stata protagonista nella catena di trapianti secondo modalità incrociata, partendo da una donazione samaritana, annunciata in conferenza stampa a Roma dal ministro della Salute Beatrice Lorenzin. La catena, definita cross-over, è stata possibile grazie ad un donatore samaritano della regione Lombardia che, innescando questo effetto domino, ha permesso a tre coppie di donare e ricevere un rene. La catena si è conclusa con il trapianto di un paziente iscritto nella lista d’attesa da cadavere. Alle ore 17,38 di martedì 5 luglio è stato consegnato a Siena, dalla Polizia di Stato, il rene donato al Centro Trapianti di Pisa, che alle 19,18 è stato trapiantato su un paziente di 46 anni originario della provincia di Viterbo:
“L’uomo che ha ricevuto il trapianto – spiega il professor Mario Carmellini, direttore UOC Chirurgia Trapianti di Rene – era in lista di attesa da tre anni ed era in dialisi da sette anni. La sua situazione si è sbloccata grazie a questa donazione samaritana, avendo con la moglie una incompatibilità insuperabile”.
Alle ore 8,32 di mercoledì 6 luglio è iniziato il prelievo del rene alla moglie dell’uomo, una 42enne originaria della provincia di Viterbo. Alle 16,42 il rene è arrivato a Bergamo per chiudere la catena samaritana, iniziata a Milano il giorno precedente e che ha visto le tappe di Pisa e Siena nell’arco di poche ore. “Abbiamo prelevato il rene alla moglie dell’uomo con una tecnica robotica laparoscopica – spiega il dottor Andrea Collini, chirurgo della UOC Chirurgia Trapianti di Rene – Si tratta di un prelievo mininvasivo che permette un decorso post operatorio rapidissimo. La mattina successiva all’operazione, la signora ha mangiato ed è andata a trovare il marito convalescente”.
Una duplice operazione che ha visto impegnati, oltre al professor Carmellini e al dottor Collini, anche i chirurghi Gabriele Ugolini e Giuliana Ruggeri, il chirurgo specializzando Stefano Pizzoleo, gli anestesisti, tutto il personale di sala operatoria, terapia intensiva e dell’UOC Nefrologia Dialisi e Trapianti diretta dal dottor Guido Garosi. “Essere protagonisti in una catena samaritana come questa – conclude Pierluigi Tosi, direttore generale AOU Senese – è per noi motivo di orgoglio. Inoltre si tratta di una conferma importante del lavoro che stiamo facendo con i trapianti di rene. Siamo il centro toscano di riferimento e tra i primi cinque centri in Italia per risultati e per le differenti modalità di trapianto che offriamo ai nostri pazienti”.
“E’ davvero molto bello che la Toscana abbia partecipato a questa catena di generosità e solidarietà, che è servita a salvare la vita a tante persone – è il commento dell’assessore al diritto alla salute Stefania Saccardi – Il primo grazie va alla signora che con il suo gesto altruista e disinteressato ha innescato questa catena. E poi via via a quanti hanno donato il proprio rene. E, naturalmente, a tutte le équipe che con il loro lavoro e la loro professionalità, hanno reso possibile questo evento straordinario. Anche in questo caso, i fatti dimostrano la qualità del sistema sanitario toscano e il livello dei suoi professionisti. Grazie davvero a tutti”.
Cos’è la donazione samaritana
Per donatore “samaritano” si intende un donatore vivente di rene che offre l’organo alla collettività e non ad uno specifico ricevente, senza alcun tipo di remunerazione o contraccambio. La donazione samaritana è considerata un atto supererogatorio (apprezzabile dal punto di vista etico) ma non preteso sul piano morale e/o giuridico. La decisione di donare un rene alla collettività deve essere libera, gratuita e informata. La donazione cosiddetta “samaritana” è ammessa solo per il rene. Data la specificità di questo tipo di donazione, non può considerarsi sostitutiva alla donazione di rene da vivente “standard” e a quella da cadavere. La donazione samaritana è attualmente ammessa in Paesi europei, quali la Spagna, l’Olanda e il Regno Unito, e negli Stati Uniti.
Come avviene la donazione samaritana: l’iter da seguire. Nel caso di via libera definitivo da parte del Centro Nazionale Trapianti, il Centro Regionale Trapianti e il centro trapianti coinvolti seguiranno le procedure previste per il protocollo di donazione di rene in modalità “cross over”. La sede del prelievo del rene messo a disposizione dal samaritano sarà concordato tra il centro trapianti del ricevente e quello a cui si è rivolto il donatore. Se necessario, e sempre nella piena garanzia dell’anonimato, al donatore samaritano può essere chiesto di eseguire il prelievo presso il centro trapianti del ricevente. Il donatore samaritano rientrerà, come avviene in caso di donazione di rene da vivente “standard”, nei programmi di follow-up.
Cos’è il trapianto cross-over. Per “trapianto incrociato di rene da donatore vivente (cross-over)” si intende l’evento in cui il donatore e il ricevente non sono compatibili per la presenza di anticorpi anti HLA o anti- ABO o per altri motivi di incompatibilità ed è, pertanto, preclusa la procedura standard di trapianto da donatore vivente. In tal caso, e in presenza di almeno un’altra coppia in situazione analoga, i donatori e i riceventi delle due diverse coppie, se biologicamente compatibili, si “incrociano”.