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TOSCANA

Casa, Ceccarelli: ”La Regione disposta a investire, ma servono strumenti nuovi”

14 Febbraio 20165 minuti di lettura
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L’obiettivo è rendere più flessibili ed efficaci le politiche di sostegno alle famiglie in difficoltà e dotarsi di strumenti nuovi da definire in un percorso di confronto con i rappresentanti dei Comuni, ma anche quelli degli inquilini e delle società che gestiscono l’attuale patrimonio di edilizia popolare.

Questo è quanto emerso nel corso della tavola rotonda che si è tenuta durante la II Conferenza regionale sulla condizione abitativa in Toscana, alla quale hanno partecipato l’assessore regionale alla casa Vincenzo Ceccarelli, il presidente di Anci Toscana Matteo Biffoni, il presidente della terza commissione consiliare Sanità e politiche sociali Stefano Scaramelli, Simone Porzio segretario nazionale del sindacato degli inquilini Sunia e Luca Talluri presidente nazionale di Federcasa e Casa spa Firenze.

“Quella dell’edilizia popolare è una realtà complessa – ha detto Ceccarelli che vede la Toscana in una condizione migliore rispetto ad altre Regioni ma questo non ci consola. Siamo consapevoli dei problemi che dobbiamo affrontare e il rapporto sulla condizione abitativa che abbiamo presentato oggi ci mostra dati anche positivi, come la ripresa dopo anni delle compravendite immobiliari, ma evidenza anche dati drammatici come l’aumento del numero degli sfratti”.

“La Regione – ha spiegato l’assessore – nel 2015 ha destinato in tutto 73 milioni ad investimenti e politiche abitative di vario genere. Abbiamo fatto la nostra parte e vogliamo continuare a farla, anzitutto tenendo fede agli impegni già presi e portando a termine i circa 1300 alloggi che oggi sono in fase di costruzione. Oltre a questo, per il fondo morosi incolpevoli e per l’emergenza sfratti nel 2015 sono stati resi disponibili 6,7 milioni”.

“Un’altra misura importante – ha proseguito Ceccarelli – è il contributo per l’affitto, a cui lo scorso anno sono stati destinati 8,3 milioni. Purtroppo, nella legge finanziaria per il 2016 il Governo non ha rifinanziato questo Fondo. La Regione ha messo a bilancio 4.5 milioni e stiamo cercando di trovare altre risorse. Vorrei inoltre sottolineare che in questi anni, grazie al contributo affitto di Giovanisì, la Regione ha aiutato 5000 giovani a pagare l’affitto della proprio abitazione”.

“Parallelamente a questi interventi – ha aggiunto l’assessore – andremo a rivisitare la normativa regionale attuale, andando a modificare le tre leggi di riferimento, cercando di renderle meglio attuabili e più efficaci, costituendo una sorta di testo unico che sia un riferimento più snello e immediato per gli amministratori. Inoltre sarà necessario aprire un confronto per Dobbiamo rendere più efficiente questo sistema perchè perchè casa e lavoro sono due temi sui quali si gioca la dignità sociale”.

Parlando della necessità di migliorare l’efficienza del sistema, l’assessore ha infine
delineato la possibilità di ridisegnare il sistema di governace del patrimonio edilizio popolare attraverso un percorso condiviso con i rappresentanti dei comuni, degli inquilini, delle società di gestione e delle altre realtà coinvolte. “Una revisione della governance appare necessaria – ha concluso – ma è un percorso che vogliamo fare insieme, attraverso un confronto serrato ma pacato e costruttivo”.

Il sindaco di Prato e presidente di Anci Toscana Matteo Biffoni nel suo intervento ha sottolineato l’incidenza degli sfratti, in significativo aumento (+2,3% i provvedimenti; + 15,5% le esecuzioni). “L’emergenza sfratti è drammatica ed è uno dei problemi che più impegna i servizi sociali dei Comuni – ha sottolineato – In attesa della ripresa economica, noi dobbiamo strutturarci per non lasciare nessuno indietro. I Comuni toscani su questo fronte stanno facendo un ottimo lavoro ma la situazione è di grande pressione. Dobbiamo utilizzare bene quello che è costruito, ma anche far ripartire l’edilizia pubblica, aiutando così anche le imprese edili che a loro volta attraversano un momento di grande difficoltà”.

Stefano Scaramelli, presidente della terza commissione consiliare Sanità e politiche sociali, ha invece posto l’accento sulla necessità di meccanismi nuovi per affrontare il disagio abitativo: “La Toscana che ‪‎cambia deve vincere – ha detto – la sfida di una politica che garantisca a tutti il diritto all’accesso all’abitazione. Se ad oggi diamo una risposta al 3% dei cittadini che ne hanno bisogno, allora il meccanismo deve essere cambiato. Nella gestione dei disagi il fattore tempo è fondamentale ed io, come sindaco prima e come consigliere regionale oggi, vedo ancora troppa lentezza e burocrazia. Servono strumenti innovativi, più flessibili. E’ necessario cambiare il nostro modo di rapportarci a questi temi perché la società cambia velocemente e noi dobbiamo trovare il modo di dare risposte puntuali e dinamiche”

“Occorre rilanciare fortemente il settore dell’edilizia pubblica per far fronte ai crescenti disagi dei cittadini – ha detto Porzio del Sunia– Servono investimenti e serve attenzione anche alla coesione sociale, per evitare che le case popolari diventino i contenitori di ogni tipo di disagio. E’ giusto anche rivedere la normativa regionale, per correggere quegli aspetti che si sono rivelati critici nell’applicazione pratica”.

L’invito a costruire nuove case popolari è arrivato anche da Talluri di Federcasa e Casa spa. “Negli anni ’90, in Italia, c’erano circa 670mila nuclei familiari che vivevano una situazione di disagio abitativo – ha detto – adesso il numero è cresciuto e, complice la crisi, siamo arrivati ad 1 milione e 600mila nuclei. Oggi il 18% degli italiani abita in una casa in affitto. Di questi, il 35% vive in una casa popolare. Occorre trovare risposte concrete ed io sono favorevole anche ad introdurre una tassa di scopo, se necessario, ma c’è comunque bisogno di aumentare il numero delle case popolari. Non basta fare manutenzioni dell’esistente e vendere un po’ di alloggi”.

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