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AMBIENTE ed ENERGIA

Geotermia, da Piancastagnaio il rilancio del teleriscaldamento in Toscana

25 Gennaio 20165 minuti di lettura
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seminarioteleriscaldamento-piancastagnaio-gennaio2016Interessanti spunti di riflessione al seminario organizzato dal Comune di Piancastagnaio e da CoSviG (Consorzio per lo Sviluppo delle Aree Geotermiche), svoltosi la scorsa settimana sul tema “Il teleriscaldamento geotermico. Le esperienze in Toscana”, che, con importanti ospiti e dati di sicuro interesse, ha rilanciato l’utilizzo di questa collaudata tecnologia che strizza l’occhio alla lotta ai cambiamenti climatici e consente tangibili risparmi economici nei bilanci familiari (e aziendali).

Il sindaco di Piancastagnaio, Luigi Vagaggini, nel salutare gli ospiti e il pubblico intervenuto, ha dichiarato: “Ci stiamo muovendo per portare il teleriscaldamento nella zona industriale e vorremmo creare le condizioni per partire anche con un progetto per il teleriscaldamento residenziale. Occorre che anche da parte di aziende e cittadini ci siano manifestazioni di interesse e conseguenti adesioni. Ci auguriamo che questo convegno possa servire anche a darci indicazioni su eventuali opportunità future in questo senso”.

Dopo l’introduzione di Francesco Carcioffo, vicepresidente di AIRU (Associazione Italiana Riscaldamento Urbano), che ha introdotto il concetto di teleriscaldamento, Sergio Chiacchella, direttore generale di CoSviG, ha approfondito il tema del teleriscaldamento geotermico portando l’esperienza toscana in questo settore: “la geotermia è innanzitutto una fonte identitaria, che caratterizza in maniera inequivocabile i territori su cui insiste, sin dall’antichità. Il nostro paese e la nostra regione sono stati i primi al mondo ad utilizzare questa fonte per la produzione di energia elettrica e la nostra tecnologia e know how è esportata in tutto il mondo”.

È bene ricordare infatti che l’Italia è il primo produttore di elettricità da fonte geotermica nell’Unione Europea e il sesto al mondo. Ma come sappiamo non esiste solo la produzione di elettricità, ma anche l’uso diretto della frazione calore dei fluidi geotermici. E tra le numerose applicazioni di uso diretto del calore troviamo proprio l’alimentazione di reti di teleriscaldamento. Il primo esempio di teleriscaldamento geotermico urbano in Italia è del 1955 a Larderello, anche se il primo impianto di concezione “moderna” risale al 1985 con il teleriscaldamento di Castelnuovo Val di Cecina. A questi sono seguiti gli altri impianti e le estensioni delle reti per completare un quadro che adesso vede coperti (oltre appunto a Castelnuovo Val di Cecina) anche i Comuni di Pomarance, Monterotondo Marittimo, Monteverdi Marittimo, Santa Fiora, Montieri, Radicondoli (in corso d’opera) e per ultimo, in ordine temporale, Chiusdino i cui lavori sono in fase d’appalto. Impianti che nel 2014 (i dati relativi al 2015 sono ancora in elaborazione) hanno consentito un risparmio di 28.000 tonnellate di petrolio equivalente (TEP) ed evitato l’immissione in atmosfera di 61.000 tonnellate di CO2. Dati che -insieme alle cifre relative al sempre crescente ricorso alle pompe di calore geotermiche- disegnano un quadro in cui la geotermia appare come una fonte straordinariamente dinamica, dalle enormi prospettive di sviluppo e su cui continuare ad investire.

A Emanuele Ghelardi, responsabile di uno studio di progettazione, il compito di illustrare alcune particolarità tecniche e costruttive dei moderni impianti di teleriscaldamento geotermico, evidenziando in particolare le possibili soluzioni ai problemi di ripristino ambientale a seguito degli interventi di posa delle reti. Dopo gli aspetti tecnico costruttivi di una rete di teleriscaldamento, Roberto Amidei, ne ha illustrato gli aspetti gestionali prendendo come riferimento l’esperienza dell’azienda GES di cui è Direttore. GES (Geo Energy Service) è una società in house del Comune di Pomarance che, attraverso un processo di fusione con Monteverdi Energia, oltre agli impianti storicamente gestiti sta prendendo in carico anche i teleriscaldamenti del vicino comune di Monteverdi M.mo e della frazione di Canneto.

A chiudere il cerchio riallacciandosi all’intervento introduttivo del sindaco Vagaggini ha pensato Massimo Montemaggi, responsabile Geotermia per Enel Green Power che ha illustrato il percorso per la realizzazione di un impianto: per allacciare 1.000 utenze serve un investimento di circa 12 milioni di euro (ammortizzabile in 20-25 anni con una media di 1500 ore/anno di utilizzo per famiglia) con una previsione di funzionamento della rete ipotizzabile almeno intorno ai 30-50 anni. La differenza tra l’uso di fonti tradizionali autonome (biomassa, GPL, gasolio) sta proprio nell’inversione delle spese: nei sistemi autonomi, il 90% del costo energetico a carico delle famiglie è legato al consumo delle fonte combustibile, e solo il 10% ai costi dell’impianto; nel teleriscaldamento è l’opposto, la fonte è pressoché gratuita (un ventesimo rispetto al metano) ma l’investimento iniziale è corposo. Per questo è necessario anche l’intervento dello Stato per contribuire a rendere sostenibile l’impianto, con crediti d’imposta e i contributi d’allaccio, per non parlare dei certificati bianchi. In ogni caso qualsiasi investimento è sostenibile solo se c’è un reale interesse da parte della cittadinanza. Ecco quindi che la scelta di fare o non fare il teleriscaldamento a Piancastagnaio dipende anche dalla richiesta iniziale da parte dell’utenza. Enel Green Power è a completa disposizione per approfondire le possibilità di realizzazione e avviare il percorso.

Nella seconda sessione, dedicata ai “Teleriscaldamenti nell’area geotermica visti dalle Amministrazioni”, è spettato ad alcuni amministratori raccontare il loro “teleriscaldamento”. In particolare sono intervenuti Loris Martignoni (sindaco di Pomarance), Nicola Verruzzi (sindaco di Montieri), Alberto Balocchi (in rappresentanza del sindaco di Santa Fiora) ed Emiliano Bravi (sindaco di Radicondoli), ciascuno portatore di una diversa esperienza nell’uso del calore della terra. A concludere la giornata, una tavola rotonda dedicata a quelle che sono “Le opportunità per gli operatori economici”, all’interno della quale sono intervenute le aziende Vapori di Birra (birrificio geotermico), GeoSerra e Parvus Flos (serre geotermiche), Garland (pelletteria) e Comunità del Cibo a Energie Rinnovabili che – in modi diversi – sono riuscite a trarre vantaggio dal ricorso ad un’energia sempre più sostenibile e amica dell’ambiente. Vantaggi che poi sono destinati -direttamente ed indirettamente- a ricadere su tutto il territorio.

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