Lo rende noto l’Ansa in una nota aggiungendo che per questa vicenda la famiglia della vittima, 68 anni, denunciò i sanitari del reparto di urologia dell’ospedale.
Ieri si è svolta l’autopsia disposta dal pm Fabio Maria Gliozzi. L’intervento risale al 15 ottobre scorso e il paziente è morto il 23 ottobre. L’operazione chirurgica era stata programmata il 15 ottobre per l’asportazione di un tumore alla prostata e durò sei ore e 45 minuti. Ma poi, secondo la denuncia dei familiari del paziente, assistiti dall’avvocato Massimo Rossi – spiega l’Ansa – subito il paziente si lamentò di un forte dolore alla bocca dello stomaco. Per ore non sarebbe stata fatta una diagnosi precisa della causa di questi dolori, ma intanto si formò una chiazza di colore verde di 15 centimetri di diametro. Alle 21 il paziente fu riportato d’urgenza in sala operatoria e poi nel reparto di terapia intensiva post-operatoria.
Il chirurgo del secondo intervento avrebbe riferito alla famiglia – proprio dopo la seconda operazione fatta per suturare una lesione all’intestino, prosegue la nota dell’Ansa – che si sarebbe trattato di un errore di manovra del robot tale da produrre un’incisione in un diverticolo e quindi la formazione di un edema nell’addome, sul fianco destro. Il paziente non si riprese più e morì alcuni giorni dopo.
Riguardo all’autopsia, l’avvocato Rossi ha eccepito un possibile caso di incompatibilità tra i consulenti: “La Procura di Siena – evidenzia il difensore della moglie e dei figli del 68enne – ha conferito l’incarico di effettuate l’accertamento morte al professor Mario Gabbrielli che oltre ad essere direttore della Medicina legale universitaria del policlinico Le Scotte è anche il membro tecnico scientifico del Comitato Gestione Sinistri che valuta i vari eventi avvenuti all’interno dell’azienda in termini di responsabilità civile dei medici”, pertanto “la perizia, nonostante opposizione documentata dei legali di parte offesa, è stata affidata a chi domani sarà incaricato di valutare la responsabilità civile dell’azienda in relazione a questo evento”. Sempre secondo l’avvocato Massimo Rossi – conclude l’Ansa – “tra i chirurghi operanti e in particolare nel primo intervento che è quello che ha causato indiscutibilmente la lesione, vi è il figlio del direttore generale” dell’Asl di Siena.
Comunicato della Procura di Siena del 5 novembre: “In relazione alle notizie di stampa nei giorni scorsi apparse su più organi di informazione circa la pendenza presso questo Ufficio di procedimento penale nella fase delle indagini preliminari a carico di ventotto sanitari in servizio presso il locale Policlinico “Le Scotte”, nel cui ambito si è proceduto ad affidare Consulenza Tecnica onde accertare le modalità e cause del decesso in data 23.10.2015 di un paziente ivi ricoverato e sottoposto ad intervento chirurgico, si ritiene necessario precisare che l’Ufficio ha proceduto ad un affidamento di incarico collegiale che vede quali Consulenti Tecnici non già il solo Prof. Mario Gabbrielli (Ordinario di Medicina Legale presso l’Università di Siena), ma anche altro sanitario, nello specifico chirurgo in servizio presso la Chirurgia Oncologica dell’Ospedale di Careggi in Firenze”.