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TORRITA DI SIENA

Torrita-Montepulciano, Trabalzini: ”Un comitato più ”no-limits” che ”no fusione”!”

3 Novembre 20187 minuti di lettura
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Interviene così Roberto Trabalzini, presidente Commissione speciale Comune di Torrita di Siena studio fattibilità fusione tra i Comuni di Montepulciano e Torrita di Siena.

“In primo luogo, in quanto Presidente della Commissione Speciale per lo studio della fattibilità della fusione tra i Comuni di Montepulciano e Torrita di Siena (commissione Torritese), per difendere la bontà del lavoro svolto dai commissari nel corso di due lunghi anni e, soprattutto, per rispetto dell’intelligenza dei cittadini di Torrita che sono stati letteralmente terrorizzati dagli scenari apocalittici ipotizzati in caso di fusione: Nostradamus sarebbe stato meno efficace ed anche più ottimista pur volendo intimorire i popoli.

Vale sicuramente fare una breve cronistoria di quelle che sono le attività e le azioni perpetrate nel tempo dal Comitato del NO. Costituitisi prima ancora che il consiglio comunale di Torrita deliberasse l’inizio dell’iter con la Regione Toscana, hanno intrapreso una battaglia affinché questo non prendesse nemmeno il via, in quanto ritenevano che i torritesi non erano sufficientemente informati per poter valutare e decidere una fusione con Montepulciano.

Posizione contraddittoria in quanto, subito dopo hanno richiesto loro stessi l’istituzione di un referendum consultivo immediato, sullo stesso tema e solo per Torrita (con i costi che sarebbero stati ad esclusivo carico dei torritesi)?!

L’adozione del referendum è stata, ovviamente, respinta dal collegio di garanzia (in quanto la fusione tra due comuni è materia di carattere regionale) ed il comune ha dovuto pagare gli oneri della commissione medesima.

Il consiglio comunale ha quindi potuto riprendere nel percorso istituzionale di richiesta del referendum ed ha inserito nella medesima due condizioni imprescindibili: che il nome del nuovo, eventuale, comune fosse Montepulciano Torrita di Siena e che il referendum potesse avere esito positivo solamente se in entrambi i comuni si fosse raggiunto il 50%+1 dei voti favorevoli. La nuova battaglia del Comitato NO, a questo punto, si è focalizzata sulla loro assoluta certezza che la Regione, mai e poi mai, avrebbe accettato questa condizione. Il 4 luglio 2018 la Regione Toscana ha accettato la richiesta dei due consigli comunali (e quindi le regola del 50%+1 con la quale si andrà a votare)! Paradossale l’ultima dichiarazione dei NO Fusione che, addirittura, rivendicano un loro “decisivo” intervento in Regione per perorare l’adozione di quanto richiesto dai consigli comunali fin dalla prima delibera e sempre confermato in tutti gli atti!?

In realtà il loro colloquio a Firenze, allo stesso pari di quello svoltosi con il Comitato del SÍ, aveva il solo scopo di far acquisire alla Regione ulteriori informazioni sui diversi punti di vista presenti nel territorio.
In quell’occasione e per l’ennesima volta hanno chiesto una sola cosa: l’interruzione dell’iter referendario. Non è quindi assolutamente vera questa loro dichiarazione; ne è dimostrazione il fatto che il 28 marzo 2018 mentre i consiglieri comunali di maggioranza, nel palazzo comunale, votavano l’ultima delibera con la quale sancivano la possibilità che tutti i cittadini potessero liberamente esprimere la loro volontà in referendum, loro erano nella piazza sottostante ad urlare ed inveire contro gli stessi affinché non prendessero quella decisione che sanciva uno dei massimi diritti in democrazia!

L’attività psico/terroristica del Comitato NO si è a questo punto concentrata sugli argomenti più vicini al cuore ed alla pancia di qualsiasi cittadino: chiusura del palazzo comunale, aumento delle tasse, aumento dei debiti e scomparsa della rappresentatività.

In realtà entrambi i municipi rimarranno aperti e continueranno ad erogare i servizi che offrono oggi, soprattutto perché saranno fruibili (in entrambi gli edifici) da tutti i  residenti del nuovo ente ed è facile comprendere come i cittadini delle vicine Abbadia, Gracciano o Stazione stessa possano trovare più comodo recarsi a Torrita piuttosto che andare a Montepulciano qualora abbiano bisogno di sbrigare pratiche amministrative.

Relativamente alle tassazioni, i NO fusione hanno elaborato allarmanti proiezioni sulle nuove (da loro deliberatamente definite: certe ed immediate) tassazioni che andrebbero ad incidere in maniera devastante sui bilanci familiari dei torritesi, riducendoli di fatto, nel giro di poco tempo, ad una povertà certa, a tutto vantaggio dei nuovi concittadini poliziani, ricchi e potenti. Questi calcoli non sono né seri…. né credibili, l’unica cosa vera sono le tabelle ministeriali dalle quali prendono spunto.

Ritengo non sia ammissibile dividere la cifra totale delle entrate tributarie di un ente per il numero dei cittadini e dichiarare che la cifra che viene fuori  sarà quella che ognuno di pagherà come tasse: è un calcolo inverosimile! Nel totale delle entrate tributarie confluiscono sia i tributi versati dai privati che quelli delle attività commerciali (molto più presenti a Montepulciano).

Ogni cittadino ed ogni imprenditore paga tasse in funzione dei mq. delle abitazioni di proprietà (oltre che dei residenti per i privati) o delle fabbriche/laboratori; si pagano tasse, che si sia privati o “partite IVA”,  in funzione dei redditi percepiti (anche qui, Montepulciano ha mediamente redditi più alti… sempre da tabelle ministeriali): tutti i cittadini, in tutti i paesi del mondo, pagano tasse sui propri redditi e proprietà, solo i Signori del NO creano il panico asserendo che si pagheranno le tasse degli altri: affermazioni infondate, fuorvianti e irrispettose dell’altrui intelligenza.

Ad onor del vero però deve essere detto che alcune aliquote sono di poco superiori a Montepulciano rispetto a Torrita e, per questo motivo, le coalizioni politiche che hanno promosso il referendum hanno chiesto alle due ragionerie di verificare l’impatto economico dell’allineamento al ribasso di tutte le tassazioni. La minor entrata è stata calcolata il circa € 170.000,00, meno dell’1% del valore della spesa corrente dell’eventuale  nuovo bilancio e recuperabile con i soli minor costi della politica (Sindaco, Giunta, Consiglio Comunale, P.O.), dell’apparato amministrativo ed a semplici economie di scala.
Allineamento che, in caso di Fusione, renderebbero immediatamente efficace laddove venissero chiamati a governare il nuovo Ente.

Analoga la sofisticata diffusione delle notizie relative agli indebitamenti. I due comuni sono SANI! Montepulciano e Torrita hanno in essere mutui per i quali pagano rispettivamente circa € 600.000,00 e 350.000,00 di rate annuali. I mutui contratti sono relativi ad investimenti fatti nel territorio che vengono concessi solo ai comuni che hanno effettive capacità di sostenerli, per valore del patrimonio di proprietà e per i parametri sanciti dalla Legge. I debiti contratti per mutuo non li pagano i cittadini, fanno parte dei bilanci che ne prevedono le relative coperture.

Sulle preoccupazioni e gli allarmi sollevati in merito alla scomparsa della  rappresentatività dei cittadini torritesi vale la pena evidenziare il fatto che Torrita con i suoi 6.800 residenti sarà il centro abitato più importante del nuovo comune ed è più che ragionevole pensare che avrà un rilevante numero di rappresentanti nel nuovo apparato governativo.

Negli ultimi giorni, come se non bastasse, l’asticella e l’indice di “allerta fusione” si sono ulteriormente innalzati grazie a due nuovi spot destabilizzanti che annunciano la chiusura di alcune scuole su Torrita ed anche la quasi certa riduzione del numero dei pediatri nel territorio in caso di vittoria del SI. A questo punto manca l’annuncio di un’epidemia e della possibile deportazione dei torritesi per completare l’opera di disinformazione ed allarmismo.

Chiudo con due riflessioni.
La prima riguarda il fatto della dichiarata rinuncia al confronto pubblico da parte del Comitato del no, e credo che, stante i motivi sopra esposti, sia facile comprenderne le motivazioni.
La seconda in realtà è un’esortazione ai torritesi. Guardate bene in faccia coloro che vi hanno suggerito di votare NO, elencandovi le tante devastanti criticità, in quanto, potete starne certi, si avvereranno tutte, magari non tra un anno ma tra cinque o dieci, se la fusione non andrà a buon fine”.

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