L’Eroica, in programma domenica 7 ottobre, è incontro, passione e sorrisi, entusiasmo multilingue, una pedalata senza confini di tempo e religione, una partenza ed un arrivo di notte. Come se il giorno, per una volta, fosse solo una parentesi dedicata all’amore per la bicicletta. L’Eroica è anche un regalo di fine stagione, un cammeo da mostrare agli amici e di cui parlare un anno intero. Giancarlo Brocci, il suo ideatore, giura che il lunedì c’è già chi vive nell’attesa della prossima volta. A L’Eroica si arriva in gruppo e anche da soli, con il proprio amore, il figlio o il nonno. Ci si sposa persino a L’Eroica e c’è chi rimanda il trasloco di casa. A L’Eroica ci sono quelli che programmano le vacanze in autunno, perché il Chianti e la Toscana sono magnifiche sempre e comunque. Si va, a prescindere. A L’Eroica si va per incontrare amici vecchi e nuovi. Come Faema che è, al tempo stesso, un marchio amico vecchio e nuovo con il suo passato a pedali caratterizzato dalle imprese di Eddy Merckx, Vittorio Adorni, Charly Gaul, Rik Van Looy solo per citare i più noti. Quest’anno si va soprattutto per onorare Luciano Berruti e per vedere come cresce la mamma di tutte le Eroiche nel mondo. Si va per gustare un buon caffè, bere un buon bicchiere di Chianti Classico o di Brunello per quelli che si allungano fino ai 209 chilometri di Montalcino.
Quest’anno arriveranno a migliaia a Gaiole in Chianti; più di settemila avranno la fortuna di attaccare un numero sulla bicicletta e partire per la collezione di timbri, che da soli valgono il viaggio sulle strade bianche della provincia di Siena. Molte migliaia, tra accompagnatori, curiosi, collezionisti o semplicemente gente a cui piace concedersi un bel regalo domenicale, vivranno il paese e i suoi dintorni che ricordano l’Italia d’un tempo, per questo fortunata e straordinariamente attuale e moderna: “L’Eroica è un nome femminile e nel suo essere “donna” è speciale, contiene il singolare e il plurale – ha sottolineato Michele Pescini, sindaco di Gaiole in Chianti – Gli eroi sono soli, per caratteristica intrinseca. Gli eroi affrontano, innanzitutto, una sfida con sé stessi, con la volontà, il fisico, con i propri limiti. Solitudine che, nell’Eroica, non è disperazione perché ha una soluzione nella condivisione. Ognuno canta la propria canzone per poi unirla alle altre voci. Storie. La Babele della narrazione è lo spartito che ogni volta che si corre un’Eroica, magicamente e in pace s’inizia a suonare. Singolare e plurale sono il segreto di una comunità ideale in cui la bellezza delle individualità si misura con sé stessa e approda rispettosamente nel mare del gruppo senza distinzioni. Non un luogo perfetto, anzi un elogio dell’imperfezione e della differenza, della creatività e del gioco, delle regole dettate dal rispetto e dal riconoscimento. L’Eroica è, fondamentalmente, la realizzazione di un desiderio. Nasce dal piacere di attraversare in silenzio i paesaggi, di essere microscopico e grande conquistandoli, facendoli propri e lasciandoli alle spalle. Una gara senza traguardo perché quando arrivi hai talmente pieni gli occhi e le gambe di quell’aria, della terra, del sole, di quelle persone che da sconosciuti diventano compagni, ed è per questo vorresti continuare in una vita ideale con questi ingredienti. A me, de L’Eroica, piacciono due momenti in particolare: l’incontro, il vociare di mille lingue, la confusione del giorno della partenza, la gioia di essere insieme, e la piazza di Gaiole vuota della “mattina dopo” l’Eroica. Straordinario è far scorrere i ricordi dell’ultima impresa e di quelle passate. È nella piazza vuota che ritrovo con un sorriso anche chi non c’è più. Berruti per primo, ma non solo Luciano. Ciao a tutti quelli che ci sono, ci sono stati e anche a quelli che verranno”.
Intanto domani 250 giovanissimi daranno vita a “Aspettando L’Eroica”, una serie di gare per i i mini ciclisti dai 6 ai 12 anni di età. Parteciperanno persino quelli della categoria “G zero”, cioè più piccoli ancora. Perché L’Eroica è soprattutto una bellissima avventura a pedali in cui “la bellezza della fatica ed il gusto dell’impresa” degli adulti creano le basi per il ciclismo del futuro. Ad iniziare proprio dai più piccoli.