Apertura della festa con una mostra di arte contemporanea “Anime” di Monia Bindi, artista locale, che esporrà in Palazzo Pretorio tutti i giorni della manifestazione.
Nel pomeriggio di venerdì 8 le vie del borgo saranno percorse dal gruppo polifonico internazionale de “I Cardellini del Fontanino” proveniente da Castel del Piano e nato nel 1953. Unici interpreti del ‘”bei”, un canto di origine, provenienza e datazione sconosciute, sviluppatosi nel paese da oltre cento anni.
Di seguito, nella chiesa del Triano, un’altra novità: “Chitarre e racconti” musica con chitarre e racconti di aneddoti di vita vissuta curiosi e spiritosi di gente di Montefollonico.
Grande attesa per la premiazione del “il miglior vin santo fatto in casa” al teatro Bruno Vitolo dalle ore 18,30. Sono infatti ben 83 i campioni di vin santo esaminati dalla giuria Panel test.
Sabato 9 altra novità in vista: le ragazze della “Girlesque street band” provenienti da San Miniato al Tedesco ci allieteranno con i loro ottoni, tamburi e percussioni per le strade del borgo.
Al ristorante La Costa, la presentazione del quadrotto sul giardino di Villa Marselli di Montefollonico nel libro “Un giardino della restaurazione” a cura del professor Giovanni Cipriani; sarà la nota culturale della festa.
Domenica 10 altra novità: la giornata sarà dedicata per la maggior parte ai bambini di Montefollonico e Torrita di Siena.
“I cittini di Montefollonico e Torrita con le mani in pasta” prepareranno i pici e i “grandi” mangeranno il prodotto realizzato dalle loro mani.
La giornata si conclude con la “1ª Ruzzolata del caratello” anche questa dedicata ai nostri bambini che si affronteranno in un percorso appositamente studiato per loro, come fanno i grandi a Montepulciano con le botti.
Nelle giornate della manifestazione i ristoranti e le associazioni montanine proporranno gustosi menù dove il principe indiscusso sarà proprio lui il vin santo. Interessante “La cena d’altri tempi” con la partecipazione degli studenti dell’Istituto Artusi di Chianciano.
Il borgo di Montefollonico sarà palcoscenico naturale alle tipiche degustazioni del prezioso liquido ambrato ma anche ai prodotti di filiera corta.
Al centro di tutta la festa, ovviamente c’è lui il vinsanto; saperi tramandati dai nonni ai nipoti, dai padri ai figli che mantengono una tradizione viva malgrado l’imperversare dell’elettronica in ogni campo.
Qui non esiste app o post o qualsiasi altra cosa che non sia antico sapere, pazienza, costanza e fatica la cui unione porta ad un prodotto finale che difficilmente trova uguali nel settore.
Il vin santo fatto in casa è una scoperta, una sorpresa tutte le volte che uno apre una bottiglia: ed è per questo che conviene sempre aprirla e assaggiarne un goccio prima di offrirlo all’ospite, per evitare brutte sorprese. Il vin santo fatto in casa non permette l’uso della chimica: deve essere fatto in casa, non in laboratorio.
L’attenzione nella scelta dei grappoli, nel sistema di appassimento, nella conservazione dei caratelli e, cosa fondamentale nella conservazione e mantenimento della “madre” porta ad un prodotto che difficilmente potrà essere trovato in vendita, anche nella migliore enoteca.
Il vin santo fatto in casa non si vende: si regala agli amici, si beve assieme a loro.
La gente che partecipa al concorso lo sa bene e lo sanno bene i pochi produttori rimasti di Montefollonico.
“Lo gradireste un goccio di vin santo?…” rappresenta per Montefollonico uno ritorno ad un passato con sincera volontà di proiezione verso il futuro. Un prodotto sicuramente di nicchia che in Montefollonico trova il luogo esatto per una riscoperta ed una giusta rivalutazione: abbinamenti con crostini, formaggi, salumi, pietanze nella cui preparazione entra come ingrediente e, ultimo ma non ultimo, come nettare da meditazione…
Venite a Montefollonico a gustare gli 83 vin santi in concorso di quest’anno.