Giacomo Giannarelli (M5S) ha definito i dati della comunicazione dell’assessore Fratoni “allarmanti”, dato che “riguardano un terzo della popolazione toscana”. Giannarelli ha sottolineato come il lavoro della commissione Costa “sia stato fallimentare, visto che sono state dimenticate le grandi opere veramente utili, come il recupero delle sorgenti e la realizzazione di invasi”. Il consigliere ha ricordato come sia necessario, per fronteggiare la crisi sulla costa, aumentare la capacità di emungimento dei pozzi di Steccaia e sollecitare Solvay all’ottemperanza del finanziamento di 4 milioni e 650 mila euro ad Asa.
Roberto Salvini (Lega nord) ha sottolineato come nella comunicazione sia stato trascurato un aspetto, quello dell’inquinamento delle acque. “A causa della scarsità l’acqua risulta più contaminata – ha spiegato –, Arpat sostiene che molte acque superficiali sono imbevibili e anche inutilizzabili per allevamento e agricoltura”. Per il consigliere, anche per far fronte all’impatto turistico che è vitale per la nostra economia, si devono realizzare nuovi invasi molto alti.
Secondo Tommaso Fattori (Sì-Toscana a Sinistra), “la carenza di risorsa idrica sta diventando strutturale, e per questo occorrono risposte altrettanto strutturali e strutturate”. A causa dei cambiamenti climatici ci sono problemi per la ricarica delle falde, perché la siccità si alterna a bombe d’acqua, e conseguentemente problemi di inquinamento. Per Fattori bisogna mettere in campo azioni come la riduzione dell’uso dei pesticidi, “indirizzando sempre più l’agricoltura toscana verso sistemi biologici”, maggiori controlli sulla qualità dell’acqua erogata, l’individuazione e la protezione delle aree di ricarica delle falde idro-potabili.
Monica Pecori (Gruppo misto-Tpt) ha posto l’accento “sul livello di perdite delle condutture, che si aggira sul 40 per cento e che non viene preso in considerazione”, oltre che sull’inquinamento delle acque, determinato spesso dall’uso delle falde per attività industriali come la geotermia o, in Val di Cecina, la Solvay. “Sarebbe ora – ha aggiunto – che la Solvay lasciasse l’utilizzo delle acque di falda ai cittadini e realizzasse un dissalatore per le sue necessità”.
Stefano Baccelli (Pd) ha osservato che “non si può caricare di aspettative eccessive una comunicazione che è sulla crisi idrica, e non sullo stato delle acque in Toscana”. Per Baccelli l’assessorato si è mosso bene e prontamente per contrastare la crisi, e “non ci sono dati da cui si può desumere che la Toscana sia vittima di una siccità crescente, ma solo di crisi periodiche”. “La crisi idropotabile – ha aggiunto – interessa un settore limitato della Toscana, mentre i dati disastrosi sono quelli che riguardano l’agricoltura. Per questo lo stato di emergenza deve essere un obiettivo condiviso”.
L’assessore all’Ambiente Federica Fratoni ha replicato ad alcune osservazioni giunte dai consiglieri, in particolare da Giannarelli, precisando che la Regione si è già espressa chiaramente per utilizzare ai soli fini idropotabili i pozzi situati in località Steccaia e che, per quanto riguarda la Solvay, sono in corso incontri per ottenere il contributo dall’azienda.
Infine, l’intervento del presidente della Giunta regionale Enrico Rossi.
“Il tema delle crisi idriche deve stare in cima alle preoccupazioni del sistema toscano – ha detto il presidente –, perché i cambiamenti climatici hanno determinato l’alternarsi di periodi di siccità a periodi con bombe d’acqua, e con questo dobbiamo fare i conti. Sono orgoglioso della legge regionale, approvata nella scorsa legislatura, che ha consentito un governo sinergico con i sindaci attraverso l’Autorità idrica toscana. La legge è chiara: consegna alla Regione Toscana la programmazione degli interventi straordinari, e questo ci ha consentito di poter limitare le emergenze”. Le emergenze attuali riguardano l’Elba e la fascia costiera mentre, ha proseguito Rossi, “gli interventi fatti a seguito delle crisi precedenti hanno messo in sicurezza molte zone della nostra regione, a partire da Pisa e Prato. Nel 2012 abbiamo speso 30 milioni di euro che oggi hanno evitato la crisi nella Toscana centrale”. Adesso la Regione manderà a Roma l’elenco delle opere prioritarie per garantire l’approvvigionamento idrico. Il presidente ha ricordato che all’Elba, oltre alla realizzazione urgente di nuovi pozzi, andrà in appalto a settembre la realizzazione di un nuovo dissalatore. “La situazione rimane invece drammatica in agricoltura – ha aggiunto –. La siccità è causa di abbandono da parte degli agricoltori, e questo finisce per distruggere e sconvolgere il nostro paesaggio, a cui teniamo tanto”. Tra gli interventi in corso per ridurre i problemi ci sono il raddoppio della potenzialità della diga di Montedoglio e la nuova presa in carico dell’ipotesi di realizzazione della diga del Merse, dopo una valutazione ambientale negativa per problemi di nidi di uccellini, così come studi per risolvere la carenza in Val di Cornia e in Val di Cecina. Infine, ha detto Rossi, “la Toscana ha 4mila invasi privati. Dobbiamo trovare il modo di chiedere la riattivazione di quelli utili”.