SIENA
Le chiese dei conventi femminili nel Terzo di Città
Nel segno della continuità del programma iniziato tre anni fa, la Delegazione FAI di Siena propone, anche quest’anno, un itinerario alla scoperta di fascinose decorazioni ad affresco eseguite, tra la fine del Trecento e la prima metà del Seicento, da artisti senesi in chiese conventuali di clausura femminili.
Ancora una volta, grazie al lavoro dei volontari del FAI e dei giovani Apprendisti Ciceroni delle scuole medie e superiori, i visitatori potranno esser guidati alla scoperta di luoghi abitualmente chiusi al pubblico.
La prima tappa dell’itinerario è il complesso monastico oggi denominato “delle Trafisse” che comprendeva, in origine, oltre alla Chiesa e al convento, anche la Fonte delle Monache. Fondato nel 1273 il convento ha ospitato le suore di clausura di Sant’Agnese e, successivamente, altri ordini religiosi. A seguito delle soppressioni napoleoniche (1866/1868), il complesso fu trasformato in presidio militare, destinazione che tuttora mantiene e la Fonte delle Monache fu lasciata in stato di abbandono.
La chiesa delle Trafisse è una delle imprese meglio concepite e realizzate dall’architetto senese Jacopo Franchini. Eseguita tra il 1704-1711, mostra i caratteri salienti dell’architettura tardo barocca senese con echi borrominiani e di architetture romane.
Nelle pareti dell’altar maggiore sono presenti gli affreschi del Folli, raffiguranti la Natività e l’Annunciazione e la Visitazione in alto (1605-08), mentre nella volta, commissionata nel 1705 al pittore Giuseppe Nicola Nasini, è rappresentata l’Assunzione della Vergine incoronata da Dio Padre e Cristo, un’impresa tra le più eccellenti dell’artista senese.
Proseguendo per Via delle Sperandie troviamo la Fonte delle Monache, in origine parte integrante del convento delle Trafisse. Probabilmente fu costruita nel primo ventennio del Trecento per gli usi quotidiani delle monache di clausura che vivevano nel vicino convento di Sant’Agnese e al quale era collegata da una lunga scalinata, invisibile dall’esterno. Nella parte più bassa dell’area verde si trova una piccola cappella cimiteriale, ad uso del convento, costruita nel 1697.
Il restauro, la conservazione e la valorizzazione di questo luogo si deve all’Associazione La Diana.
Proseguendo il percorso suggerito arriviamo in Via San Marco all’ex convento di Santa Marta fondato nel 1329 ha ospitato fino ai primi anni dell’Ottocento le monache di clausura agostiniane, poi fu trasformato in casa di detenzione, in seguito in orfanotrofio, fino all’acquisto da parte del Comune di Siena. Attualmente alcuni locali ospitano l’Archivio Storico del Comune e, nell’ex refettorio, si può ammirare l’Ultima cena di Jacopo Pacchiarotti (visita riservata ai soli soci FAI).
Il chiostro del convento conserva in parte l’originale decorazione trecentesca a monocromi con Momenti di vita eremitica e Storie della vita di San Girolamo. Le decorazioni murali più antiche del complesso si trovano nell’antica chiesa, attuale sagrestia. Delle pitture originali resta solo una parete affrescata con diverse scene che non costituiscono un ciclo unitario. Nel registro superiore sono affrescate Le esequie di Santa Marta, il Martirio di San Jacopo, Sant’Agostino consegna la regola, San Francesco riceve le stigmate e un Santo Vescovo; nel registro inferiore ci sono alcune scene della Passione di Cristo. Per la loro disomogeneità stilistica le pitture murali della sagrestia e del chiostro sono attribuite a diversi artisti, tutti attivi a Siena tra metà Trecento e primo Quattrocento. Adiacente alla sagrestia, la chiesa cinquecentesca è decorata con affreschi e pale risalenti al primo quarto del Seicento. Di Pietro Sorri sono la Santa Cecilia circondata da angeli, la Caduta di Gesù, l’Annunciazione e la Resurrezione di Lazzaro. Di Francesco Vanni è invece l’Incoronazione della Vergine, mentre gli affreschi della volta spettano prevalentemente a Sebastiano Folli.
Ultima tappa: chiesa oratorio dei Santi Pietro e Paolo della Contrada della Chiocciola; in origine la chiesa faceva parte del monastero delle monache di S. Paolo e quando, con le riforme napoleoniche, il convento fu soppresso, la chiesa, nel 1813, fu assegnata alla Contrada della Chiocciola. All’interno, il dipinto più importante è la grande tavola sull’altar maggiore con l’Incoronazione della Vergine fra i santi Agostino, Paolo, Caterina d’Alessandria, Giovanni Battista, Pietro, Galgano e Girolamo, opera dei fratelli Andrea e Raffaello Piccinelli, detti i Brescianini (ca.1520). Sull’altare di sinistra si trova la tela con la Caduta di S. Paolo di Astolfo Petrazzi. Gli affreschi della cupola, databili intorno al 1714, sono opera di Antonio Buonfigli, restaurati, dopo i danneggiamenti subiti durante il terremoto del 1798, da Bernardino Montini. Altri dipinti sono ascrivibili ancora al Petrazzi, ad Annibale Mazzuoli e a Dionisio Montorselli che realizzò anche i quattro evangelisti posti alla base della cupola.
SAN GIMIGNANO
San Pietro e San Jacopo: due chiese romaniche a San Gimignano
A San Gimignano ci sarà la possibilità di visitare due gioielli dell’architettura romanica: la chiesa di San Pietro in Forliano e la chiesa di San Jacopo al Tempio dove ha lavorato anche Memmo di Filippuccio, pittore giottesco senese, suocero di Simone Martini.
La chiesa di San Pietro in Forliano presenta una serie di affreschi di notevole importanza. Sulla parete destra, in alto sono dipinte scene dedicate alla Madonna e a Cristo: l’Annunciazione, una Maestà col donatore e due santi, l’Adorazione dei pastori. Sono dipinti murali attribuibili al pittore senese Memmo di Filippuccio, e forse riferibili al secondo decennio del Trecento. Sono un poco più tarde le due scene sottostanti con Sant’Antonio tentato da un diavolo e la Comunione di Santa Maria Egizia. Si ritiene invece riferibile agli anni trenta del Trecento e all’opera dei figli di Memmo, Lippo e Tederico, la Madonna del passeggio, che singolarmente accompagna un Gesù già svezzato assieme ai santi Paolo e Giovanni Battista.
La chiesa di San Jacopo al Tempio, di pertinenza del vicino monastero benedettino vallombrosano, ebbe funzioni ospedaliere, probabilmente improntate all’accoglienza dei pellegrini e dei viandanti che percorrevano la Francigena. All’interno opere ad affresco di diversi autori. La Maestà coi santi Giacomo e Giovanni è opera di Memmo di Filippuccio, mentre i tre grandi murali con storie evangeliche sono da attribuire a un pittore della cerchia dei figli di Memmo, Lippo e Federico, autori del ciclo del nuovo testamento presso la collegiata, realizzato tra gli anni quaranta e cinquanta del Trecento.
Il sabato i visitatori saranno accompagnatati dagli Apprendisti Ciceroni, studenti delle scuole di primo e secondo grado.
La domenica il compito di accompagnare i visitatori spetterà alle guide del Centro Guide di Siena, ai volontari dell’Associazione La Diana e ai volontari della Delegazione FAI di Siena e del Gruppo FAI Giovani Siena.
ORARI DI SIENA:
Tutti i luoghi seguiranno il seguente orario: Sabato 19, ore 10.00-17.30; Domenica 20, ore 10.00-17.30.
1. Chiesa delle Sperandie, Via delle Sperandie
2. Fonte delle Monache, Via delle Sperandie
3. Ex Convento di Santa Marta, Via San Marco
Ingresso riservato ai soli Iscritti al FAI: il Cenacolo con il prezioso affresco di Jacopo Pacchiarotti
4. Chiesa dei Santi Pietro e Paolo, Contrada delle Chiocciola, Via San Marco
ORARI DI SAN GIMIGNANO:
Tutti i luoghi seguiranno il seguente orario: Sabato 19, ore 10.00-17.30; Domenica 20, ore 10.00-17.30.
1. Chiesa di San Pietro in Forliano, Piazza Sant’Agostino
2. Chiesa di San Jacopo al Tempio, Via Folgòre da San Gimignano
Con un semplice contributo suggerito di € 5 a Siena e € 3 a San Gimignano, presso il banco FAI dislocato nelle postazione di partenza di Siena e San Gimignano, verrà rilasciato un adesivo con il quale si avrà accesso a tutte le chiese dell’itinerario con visita guidata, oltre alla spilla “I love FAI” e alla scheda storica del luogo aperto. Saranno aperte anche le iscrizioni al FAI. Chi si iscrive nelle Giornate FAI riceverà la tessera definitiva, la borsa di juta del FAI e la spilla “I love FAI” e avrà i seguenti vantaggi: potrà accedere agli ingressi esclusivi e alle corsie preferenziali del nostro programma; avrà i benefit dell’iscritto che possono essere consultati sul sito http://www.giornatefai.it/ e www.fondoambiente.it.
Si ringrazia per l’apertura dei luoghi: Polizia di Stato, Comune di Siena, Associazione La Diana, Contrada della Chiocciola; per l’adesione e la realizzazione del programma i dirigenti scolastici, insegnanti e studenti del Liceo Classico “Enea Silvio Piccolomini”; dell’Istituto Tecnico Industriale “Tito Sarrocchi”; del Liceo Artistico “Duccio di Buoninsegna”; scuola media “PA Mattioli Petriccio”.
Ringraziamo inoltre il Centro Guide di Siena, che ogni anno collabora con il FAI alle Giornate di Primavera, i preziosi volontari dell’associazione La Diana, gli addetti alla cultura della Contrada della Chiocciola e il personale della Polizia di Stato.
L’attività del FAI è inoltre possibile grazie alla fattiva collaborazione con il Dipartimento di Scienze Storiche e dei Beni Culturali dell’Università di Siena.