12) NON PASSA LA MOZIONE DI PINASSI SULLA FORMAZIONE DELLE GRADUATORIE PER L’ALBO DEGLI SCRUTATORI DI SEGGIO
Non è passata la mozione presentata in Consiglio comunale da Michele Pinassi e Mauro Aurigi (Siena 5 stelle) con la quale chiedevano che, per la formazione delle graduatorie degli scrutatori, fosse inserito un ulteriore criterio preferenziale: la condizione di disoccupazione dei candidati “così da rivolgere un’attenzione alle categorie disagiate”.
Dai banchi della maggioranza, nel condividere il fatto di prestare attenzione al problema della disoccupazione, è stato fatto presente che per intervenire su questo ulteriore requisito necessita un preciso intervento da parte del legislatore: la Regione o il Parlamento. La stessa proposta, infatti, avanzata dal Presidente Enrico Rossi e approvata dalla sua Giunta, aspetta un’indicazione legislativa che permetta di procedere in questa direzione.
11) LA PROPRIETÀ E LA DESTINAZIONE D’USO DEL COMPLESSO SANTA TERESA IN UN’INTERROGAZIONE DI EUGENIO NERI E GIUSEPPE GIORDANO
L’assessore all’Urbanistica Maggi ha illustrato le particolari caratteristiche urbanistiche dell’immobile, considerato come se fossero due situazioni diverse
La proprietà e la destinazione d’uso del complesso “Santa Teresa” ha costituito il tema dell’interrogazione presentata nella seduta consiliare di ieri, 10 marzo, da Eugenio Neri e Giuseppe Giordano del gruppo Siena Rinasce.
Un complesso, come ha introdotto Neri nella sua illustrazione, “importante anche sotto il profilo storico-architettonico, vista la presenza di un oratorio di grande pregio artistico che ospita, tra gli altri, dipinti del pittore senese Gaetano Marinelli dedicati alla vita di Santa Teresa. Si tratta, senz’altro, di un istituto che concorre a determinare il valore del patrimonio cittadino senese e per il quale riserviamo qualche preoccupazione in merito all’assetto proprietario”.
Neri ha ricordato come “nel marzo 2006, il Consiglio comunale abbia approvato l’acquisizione della parte non storica del complesso per un importo di 3 milioni di euro, al fine di destinare l’immobile alla realizzazione di alloggi da assegnare in locazione a canone concordato. Successivamente, nel novembre 2008, lo stesso Consiglio ha deliberato di non procedere all’acquisizione della parte storica di proprietà dell’Istituto per la Gioventù Santa Teresa”.
“A tutt’oggi – ha proseguito Neri – l’immobile che ospita l’istituto è oggetto di opere di ristrutturazione e recupero, delle quali manca, tra l’altro, anche la cartellonistica dei lavori. Chiediamo, pertanto, al sindaco di riferire di quali contributi pubblici e/o di Fondazione MPS abbia beneficiato la struttura per opere di manutenzione, ristrutturazione e recupero”.
“Vorremmo sapere infine – ha concluso il consigliere – quale sia la destinazione d’uso del complesso”.
Nella risposta, l’assessore all’Urbanistica, Stefano Maggi, ne ha ricordato le caratteristiche strutturali: “L’istituto Santa Teresa è stato classificato nel Regolamento urbanistico, dal 2011, come un complesso articolato generato dall’aggregazione di più fabbricati. A monte si sviluppa intorno a un chiostro interno e si affaccia su via di San Quirico, mentre a valle l’edificio prospetta su Pian dei Mantellini. Insomma, dal punto di vista urbanistico è considerato come se fossero due situazioni diverse, mentre credo che sarebbe stato più opportuno trattarlo univocamente nella sua complessità”.
“Per quanto riguarda le destinazioni d’uso – ha proseguito l’assessore – sono previste residenze per un massimo di 10 alloggi in Pian dei Mantellini e residenze speciali, come collegi, convitti e residenze universitarie, fino a 80 posti letto, in via di San Quirico. Il tipo di intervento possibile riguarda il restauro e il risanamento conservativo e la ristrutturazione edilizia nel caso di recupero a fini residenziali”.
“Recentemente – ha concluso Maggi – ci risulta che siano stati avviati lavori di restauro e risanamento di una porzione dell’immobile con accesso da via San Quirico, di proprietà della Curia di Siena. Non ci risulta nessun contributo a carico del bilancio comunale”.
Il consigliere Neri, che si è dichiarato insoddisfatto della risposta perché ritenuta incompleta, ha segnalato “una lacuna: segnalo, infatti, che l’Istituto ha recentemente rifatto la copertura con un finanziamento di Fondazione MPS”.
“Ciò che è ancor più preoccupante – ha aggiunto Neri – è che l’atto di vendita dell’immobile dall’Istituto Santa Teresa alla Curia pare illegittimo per la mancanza dei requisiti formali dei due contraenti, come ci è stato segnalato dal Comitato cittadini sovrani e beni comuni di Siena. Sarebbe davvero grave se tali operazioni immobiliari siano state effettuate senza un regolare atto di compravendita”.
11) LA SITUAZIONE DI SIENA BIOTECH TORNA IN CONSIGLIO COMUNALE
Il sindaco Bruno Valentini ha risposto a un’interrogazione urgente di Marco Falorni
La grave situazione di Siena Biotech, società ormai in liquidazione, ha costituito il tema dell’interrogazione orale urgente presentata nel Consiglio da Marco Falorni (Impegno per Siena), Massimo Bianchini (Nero su Bianco) e Andrea Corsi (Moderati di Centrodestra).
Falorni ha rammentato le notizie di stampa secondo le quali “la Fondazione MPS avrebbe addirittura negato il pagamento di 5 milioni per i creditori e rendere possibile un concordato preventivo, aprendo di fatto il fallimento dell’azienda”.
Il consigliere ha ricordato “la situazione dei 50 dipendenti di Siena Biotech, per i quali sembra prospettarsi soltanto il licenziamento: e mentre in varie sedi istituzionali, come il Consiglio regionale, il Parlamento e presso il Governo si lavora per individuare risposte a questa situazione, ci pare che il Comune di Siena, aldilà delle parole di circostanza, abbia fatto ben poco per tutelare l’occupazione, perché tutta l’attenzione dell’amministrazione sembra rivolta a mettere a frutto l’immobile aziendale”.
Falorni ha quindi chiesto al sindaco “se pensa di fare qualcosa di concreto per aiutare i dipendenti e, in particolare, come pensa di muoversi con Fondazione MPS, che in questa vicenda pare agire più come un operatore privato di mercato che come un soggetto istituzionale vocato a tutelare la comunità di riferimento”.
Il sindaco Bruno Valentini, dopo aver ribadito la solidarietà e la vicinanza ai lavoratori di tutta l’amministrazione, ha ripercorso in forma esaustiva la storia di Siena Biotech.
“Nella missione di Fondazione MPS, azionista unico di Siena Biotech – ha detto Valentini – rientrano anche finalità di sviluppo economico, attraverso l’insediamento di attività produttive e compiti di ricerca scientifica. Ma è quanto meno discutibile che la scelta sia caduta su un progetto incentrato soltanto sulla ricerca molecolare e non su quella legata alla diagnostica o ai servizi. Scelta di elevato contenuto scientifico, ma ad alto rischio, come ha recentemente rammentato il professor Mauro Cresti dell’Università di Siena, allora componente insieme al professor Paolo Neri e al dottore Rino Rappuoli della commissione di esperti nominata proprio dalla Fondazione MPS per studiare la possibilità di un impegno strategico nel settore biotecnologico. Nonostante le indicazioni della commissione per un’ipotesi progettuale sui settori del biomedicale, del farmaceutico e dell’agroalimentare e, soprattutto, di evitare l’impiego di ingenti risorse sul fronte immobiliare e societario, come è invece avvenuto, nacque la Siena Biotech che conosciamo. Un’azienda che ha condotto indagini scientifiche di alto livello, soprattutto nel campo di alcune malattie rare come il morbo di Huntington, misurandosi però con le maggiori istituzioni europee e mondiali del settore, le quali dispongono di risorse quasi illimitate”.
“Fin dall’inizio del nostro mandato – ha continuato il sindaco – abbiamo stimolato l’attuazione degli impegni assunti con il “Protocollo di collaborazione per la valorizzazione del Polo tecnologico sulle Scienze della vita di Siena” sottoscritto da Fondazione MPS, Regione Toscana, Provincia di Siena, Fondazione Toscana Life Sciences (TLS), Università degli Studi di Siena e Azienda Ospedaliera Universitaria Senese. Un protocollo finalizzato allo sviluppo integrato del Polo senese con le realtà di livello regionale e nazionale, come il Distretto Toscano e il Cluster Nazionale delle Scienze della Vita, e del piano strategico consistente sia nella conversione dell’immobile di Siena Biotech denominato Medicine Research Center a incubatore di imprese sotto il coordinamento di Fondazione TLS, anche grazie allo stanziamento di risorse finanziarie per 3 milioni di euro da parte della Regione Toscana; sia nella costituzione di un istituto di ricovero e cura a carattere scientifico, di livello nazionale, per le malattie rare o orfane, neurodegenerative e infettive. Purtroppo, la negativa dinamica dei ricavi e la ritardata erogazione del finanziamento regionale hanno spinto la Fondazione a non approvare, nello scorso dicembre, le linee del suddetto piano industriale per il successivo anno 2015 e a dare corso, in forma improvvida e troppo repentina, alla relativa messa in liquidazione della società”.
“A seguito di tale decisione – ha aggiunto Valentini – ci siamo attivati affinché la mancanza di continuità aziendale non pregiudicasse le attività, travolgendo i livelli occupazionali e il valore del complesso aziendale costituito da un immobile e da strumentazioni di notevole valore. La preoccupazione è ulteriormente cresciuta a seguito della mancata approvazione, da parte della Fondazione, del piano di finanziamento per consentire a Siena Biotech di presentare un concordato preventivo, che pur non garantendo benefici concreti ai lavoratori, sarebbe servito a proporre una definizione delle situazioni debitorie della società che ammontano, come abbiamo recentemente appreso, a circa 36 milioni”.
Il sindaco ha ricordato le reiterate sollecitazioni istituzionali e sindacali a sostegno di Siena Biotech e dei suoi lavoratori: l’istituzione di un tavolo istituzionale a livello provinciale, l’incontro del 2 febbraio scorso alla presenza degli assessori regionali Marroni (Sanità) e Simoncini (Attività produttive), i ripetuti confronti coi lavoratori e le rappresentazioni sindacali. E ancora: interrogazioni parlamentari per chiedere l’intervento immediato del Governo. Annunciata anche la presentazione di una mozione in Consiglio regionale che richiede l’impegno per il salvataggio di Siena Biotech.
“Nelle ultime settimane – ha proseguito Valentini – sembra essersi aperto uno spiraglio con la pubblicazione di un bando, da parte di Fondazione TLS, per reperire un immobile da destinare all’accrescimento delle attività di incubazione di imprese e rispetto al quale il liquidatore, il 9 marzo, ci ha confermato che Siena Biotech ha già depositato la propria manifestazione di interesse. In questo quadro, 12 persone potrebbero essere rapidamente occupate: 6 dipendenti che lavorano già di fatto per Novartis, 2 che già lavorano per TLS e altre 4 impiegate per il lavoro di custodia e sicurezza dell’immobile. Analogamente, altre imprese potrebbero insediarsi nell’immobile e assorbire ulteriore personale. Inoltre, la Regione cercherà di stimolare l’interesse delle multinazionali del settore presenti in Toscana, sempre allo scopo di favorire l’assorbimento del personale dipendente”.
“In generale ritengo – ha detto ancora il sindaco – che il destino di un’azienda non debba essere confuso con le sorti di un intero settore, quello farmaceutico e delle scienze della vita, che negli ultimi anni ha visto crescere il fatturato nazionale da 23 a 27 miliardi di euro annui, rappresentando uno dei punti di maggiore forza dell’intera struttura produttiva toscana e nazionale”. Numeri importanti, quelli citati, che riguardano la Toscana e fanno parlare a ragione di Pharma valley: oltre 6 miliardi di euro di fatturato, di cui il 63% in esportazioni; 12.000 addetti, di cui oltre 3.500 (e 700 milioni di fatturato) soltanto a Siena tra GlaxoSmithKline, subentrata di recente a Novartis nella proprietà della divisione vaccini di Siena, Corima, Diagnostica Senese, Philogen e Fondazione TLS, un aggregatore di imprese mature che potrebbe, da subito, occupare almeno una parte dei 50 dipendenti di Siena Biotech. “Il nostro auspicio – ha concluso Valentini – è che la Fondazione decida di destinare ulteriori risorse nel settore delle scienze della vita, unendosi all’impegno del Comune, della Regione, di TLS e delle imprese interessate per un riassorbimento occupazionale dei dipendenti di Siena Biotech, evitando che vadano disperse le competenze all’opera in questi anni. Continueremo a profondere il nostro impegno istituzionale per la tutela dell’intera struttura immobiliare e strumentale di Siena Biotech per favorire il più possibile l’insediamento di nuove imprese, il consolidamento del centro e, quindi, il rapido assorbimento delle risorse umane dell’azienda, nel quadro di un rafforzamento del distretto esistente”.
Falorni ha dichiarato la propria insoddisfazione “perché, in concreto, questo Consiglio non ha saputo fare altro che auspicare, anziché produrre qualcosa come, per esempio, una mozione unitaria”. “Soprattutto non abbiamo avuto – ha concluso il consigliere – nessuna novità, da parte del sindaco, sui rapporti con Fondazione MPS, la quale dichiara tranquillamente di poter seguire l’ennesimo aumento di capitale di Banca MPS per 75 milioni di euro, ma non intende spendere 5 milioni per pagare i creditori e addivenire a un concordato preventivo. Questa Fondazione si comporta come un soggetto privato che opera nel mercato al solo scopo di lucro, o dovrebbe avere almeno a livello statutario, di storia e tradizione, anche un ruolo di riferimento a tutela della comunità?”.
10) APPROVATO IL NUOVO REGOLAMENTO SUL PROCEDIMENTO AMMINISTRATIVO E SUL DIRITTO DI ACCESSO
Il Consiglio comunale, nella seduta di ieri, ha approvato il nuovo Regolamento sul procedimento amministrativo e sul diritto di accesso, che sostituisce integralmente quello del 1994. Il nuovo testo aggiornato, recependo le numerose modifiche normative intervenute e i recenti orientamenti giurisprudenziali, disciplina il complesso dei procedimenti adottati dall’ente con l’individuazione delle varie tempistiche, nonché dei relativi responsabili, delineando percorsi e modalità per favorire la partecipazione, l’imparzialità e la trasparenza, e garantire l’effettivo rispetto dei principi di economicità e efficacia degli atti.
9) “I RESIDUI ECONOMICI DELLA MOSTRA SU DUCCIO SONO STATI UTILIZZATI PER PROMUOVERE SIENA A LIVELLO EUROPEO”
Così il sindaco Valentini ha risposto all’interrogazione di Siena Rinasce
Con un’interrogazione a firma di Eugenio Neri e Giuseppe Giordano di Siena Rinasce, sono state chieste informazioni dettagliate sulle spese che il Comitato promotore di Siena Capitale della Cultura 2019 ha effettuato con i residui della mostra dedicata a Duccio di Buoninsegna.
“137.400 euro – come ha ricordato Giordano – conservati, appunto, tra i residui attivi del Bilancio comunale a seguito dello scioglimento del Comitato istituito per la gestione dell’evento espositivo dedicato a Duccio, ed erogati, con una deliberazione di Giunta del 2011, al Comitato promotore per Siena Capitale 2019”.
Il sindaco Bruno Valentini, ricordando che Siena è arrivata seconda sulle 21 città candidate, ha rendicontato, nel dettaglio, le spese sostenute ed evidenziato che la “cifra indicata dai consiglieri è stata utilizzata per coprire i costi per la candidatura di Siena a Capitale europea 2019”. “Per il 2011 relativamente alla sponsorizzazione della Mens Sana, e al rimborso spese per il Comitato internazionale; per l’anno successivo al compenso spettante al Direttore di Candidatura, e per il 2013 per la realizzazione del Bidbook presentato alla Commissione Europea”. “Cifre – ha proseguito il primo cittadino – tutte utilizzate, indipendente dal risultato della candidatura, per iniziative atte alla promozione della città a livello europeo”.
Giordano nel dichiararsi totalmente insoddisfatto, perché, dopo l’indicazione delle voci di spesa fatta dal Sindaco, non è stato rispettato l’auspicio del Comitato che seguiva la mostra di Duccio che voleva tale somma impegnata in progetti di altissimo livello culturale, conclude “non si può essere contenti di questo utilizzo; vorremmo, inoltre, conoscere la motivazione in base alla quale la nostra candidatura è arrivata al secondo posto, dato che né io né altri consiglieri hanno potuto verificare questo verdetto”.
8) IL TERMINAL BUS DI VIA LOMBARDI OGGETTO DI UN’INTERROGAZIONE CONSILIARE
I tempi di realizzazione del Terminal bus in via Lombardi all’attenzione del Consiglio comunale con un’interrogazione di Giuseppe Giordano ed Eugenio Neri (Siena Rinasce). Nello specifico Giordano, evidenziando che i lavori sono iniziati il 19 marzo 2014 e che avrebbero dovuto concludersi dopo 240 giorni, cioè lo scorso novembre, ha chiesto i motivi del ritardo. Ma anche “se sono previste e in quale misura sanzioni a carico della ditta esecutrice per il mancato rispetto dei tempi stabiliti, e quale la data prevista per il completamento”.
L’assessore ai Lavori Pubblici Paolo Mazzini ha ricordato come la disciplina che regola i contratti in questo settore si adegua alle necessità che possono presentarsi durante la realizzazione di un’opera: un’elasticità che prevede la sospensione per circostanze imprevedibili, così da tutelare gli interessi di entrambe le parti, “soprattutto la qualità dei lavori”.
“Nel caso specifico – ha proseguito Mazzini – i lavori, progetto e direzione interna al Comune, sono stati consegnati il 29 marzo dello scorso anno e si stanno svolgendo regolarmente. Si è verificata un allungamento di 30 giorni per una perizia di variante, a questa si sono aggiunte tre sospensioni: una di 30, una di 40 e l’altra di 10 giorni, oltre a una proroga di 25 giorni. Il nuovo termine contrattale è il prossimo 31 marzo”.
Come ha evidenziato l‘assessore, proroghe e sospensioni sono previste dal codice degli appalti e si possono verificare per svariati motivi. Per la rigidità delle temperature atmosferiche: troppo freddo o troppa pioggia, situazioni che non permettono l’uso o la stesura di particolari materiali, come il cemento, cosa che ha comportato, appunto, la concessione di una proroga di 25 giorni.
Dilazionamenti temporali con l’obiettivo, unico, di mantenere la qualità e la buona riuscita dell’opera. ” Non ho specifiche esatte riguardo alle sospensioni concesse, ma verificherò con gli uffici”.
Rispondendo a un’ulteriore aggiunta all’interrogazione presentata, Mazzini ha informato che l’eliminazione di posti auto lungo via De Bosis si è resa necessaria per la realizzazione della struttura. “Un intervento, nel suo complesso, strategico per alleggerire la viabilità della zona, assicurando, però, percorsi pedonabili coperti dal parcheggio di Piazzale Rosselli (con posti a costi estremamente contenuti), a via Lombardi e via De Bosis. Per ovviare al disagio è ipotizzabile delimitare specifiche aree di sosta con l’istituzione di ARU dedicate ai residenti e sosta a tempo a servizio degli esercizi commerciali”.
Per quanto concerne le penali, e non sanzioni, previste nel capitolato d’appalto, queste ammontano allo 0,5 per mille dell’importo, circa 200 euro per ogni giorno di ritardo, e verranno applicate se il cantiere continuerà oltre la data prevista. “Saranno detratte – ha concluso – dalla somma del conto finale. Infine, è da tener presente che, come stabilito dalla normativa per i LLPP, l’impresa appaltatrice ha fino a 60 giorni dopo il termine ultimo, per eseguire piccole lavorazioni di finitura e dettaglio in attesa del collaudo”.
7) IL CONSIGLIO CONDIVIDE L’OPPORTUNITA’ DI MANTENERE ALTA LA GUARDIA SUI RAVE PARTY
L’assessore Balani e il consigliere Corsi concordi nel segno del monitoraggio e della sinergia delle forze dell’ordine
I rave party, fenomeno di costume giovanile spesso alla ribalta delle cronache giornalistiche, hanno costituito il tema dell’interrogazione presentata nella seduta consiliare odierna da Andrea Corsi (Moderati di Centrodestra), Massimo Falorni (Impegno per Siena) e Massimo Bianchini (Nero su Bianco).
Rimarcando i costi sociali dei rave party e i relativi problemi di ordine pubblico,
Corsi li ha definiti “una fonte di danni e costi per la collettività, che impegna numerosi addetti delle forze dell’ordine per i pericoli collaterali di vandalismi, risse e incidenti stradali e sottopone i cittadini a gravi disagi in termini di emissioni acustiche”.
Il consigliere ha inoltre sottolineato “come il ricorso dei nostri giovani verso queste forme di sballo indotto dal mix di musica, alcool e droga, costituisca di fatto una sconfitta per le famiglie e le pubbliche amministrazioni” e ricordato “certi episodi di incredibile violenza, come l’aggressione a un posto di blocco, con la successiva morte di un carabiniere, avvenuta nel grossetano tre anni fa”.
Sulla base a tali considerazioni, Corsi si è rivolto all’amministrazione comunale per chiedere che “sia fatto il possibile, in coordinamento con le autorità preposte, per impedire che vengano organizzati rave party nel territorio comunale di Siena: perché come diceva un noto spot, prevenire è sempre meglio che curare”.
L’assessore alla Sicurezza e alla Polizia Municipale, Mauro Balani, ha voluto subito condividere le preoccupazioni del consigliere rispetto ai problemi sociali legati ai rave party. Pur specificando che il fenomeno, al momento, non ha mai riguardato il territorio comunale, Balani ha ripercorso alcuni precedenti che hanno interessato la provincia e che destano una certa preoccupazione: “Tra questi – ha specificato Balani – quello in località Farnetella a Sinalunga, che ha portato a 65 denunce e 48 divieti di ritorno nel territorio comunale”.
Balani ha sottolineato, a più riprese, la necessità della sinergia con tutte le forze di polizia, in primis in termini di condivisione informativa attraverso il monitoraggio costante dei social media essendo i canali attraverso i quali vengono promosse le iniziative che necessitano di un monitoraggio preventivo”.
“E’ lecito supporre – ha aggiunto l’assessore – che, oltre a questo tipo di impegno, sia particolarmente efficace il ruolo di controllo sociale esercitato dalle Contrade, le quali rappresentano anche luoghi di aggregazione giovanile, proponendosi come modelli di vita e di socializzazione alternativi a certe condotte”.
Sostanzialmente soddisfatto Corsi “per la risposta puntuale e precisa e la condivisione di intenti dell’assessore, che ha dimostrato di non voler accantonare il problema. Continuiamo a mantenere alta la guardia con il monitoraggio costante e la collaborazione delle forze dell’ordine”.
6) L’ASSESSORE PALLAI RISPONDE NEL DETTAGLIO A UN’INTERROGAZIONE DI MASSIMO BIANCHINI SULLE SPESE DEL CAPODANNO 2015
“Non abbiamo mai affermato – ha detto Pallai – che gli eventi siano stati organizzati a costo zero per l’amministrazione”
Il quadro complessivo delle spese sostenute per l’organizzazione degli eventi di fine anno 2014 è passato all’attenzione del Consiglio con l’interrogazione presentata da Massimo Bianchini (Nero su Bianco), Andrea Corsi (Moderati di Centrodestra) e Marco Falorni (Impegno per Siena).
Bianchini, facendo riferimento a “notizie stampa secondo le quali i festeggiamenti del 31 dicembre coordinati dal Comune, ma organizzati da privati, sarebbero stati a costo zero per l’amministrazione”, ha chiesto se per le iniziative promosse in Piazza del Campo, in Fortezza e nel centro storico siano state impegnate delle risorse e in relazione a quali voci di costo.
“In particolare – ha specificato il consigliere – vorremmo sapere se le operazioni di montaggio e smontaggio dei palchi e degli impianti siano state a carico dei privati; se c’è stato un costo per l’amministrazione per remunerare il lavoro straordinario della Polizia Municipale o di altri addetti comunali. Ancora: chi ha pagato la pulizia delle strade e lo straordinario degli addetti: il Comune o Sienambiente? In questo secondo caso, ci sono stati costi aggiuntivi per il Comune secondo quanto previsto nel contratto di servizio?”.
“Per concludere – ha terminato – chiediamo anche se ci sono state spese per l’intervento straordinario di agenti di forze dell’ordine e di altri operatori dei pubblici servizi, quali Vigili del Fuoco, operatori della Misericordia e della Pubblica Assistenza”.
E’ stata l’assessore al Turismo, Sonia Pallai, a ricordare come la Giunta, nell’ottobre 2014, abbia deliberato la predisposizione di “un avviso pubblico per la selezione di uno o più spettacoli a carattere prevalentemente musicale in occasione del Capodanno 2015, con uno stanziamento di 10mila euro per la compartecipazione alle spese di allestimento dell’evento destinato per Piazza del Campo”.
“Non corrisponde al vero – ha puntualizzato l’assessore – né abbiamo mai affermato, come è verificabile consultando la rassegna stampa, che il cartellone degli eventi sia stato a costo zero. E’ invece vero che per le iniziative diffuse nel resto del centro storico e in Fortezza non sono stati erogati contributi, né sostenute spese dirette di funzionamento delle strutture comunali”.
L’assessore ha quindi fornito il quadro dei costi sostenuti per la realizzazione della serata del Capodanno: 9.800 euro come compartecipazione alle spese organizzative dello spettacolo in Piazza del Campo; 1.432 euro per l’impiego del personale dipendente impiegato per gli allestimenti; 1.035 euro per il servizio aggiuntivo di pulizia delle aree interessate dai vari appuntamenti.
Il consigliere Bianchini si è dichiarato soddisfatto della risposta, pur riservandosi “di verificare ulteriormente quanto dichiarato a suo tempo dall’amministrazione – ha concluso – sulla quantificazione dei costi”.
5) IN CONSIGLIO UN QUADRO CONOSCITIVO SUL COMITATO DI SIENA 2019
Il sindaco Bruno Valentini ha risposto a un’interrogazione di Andrea Corsi
A seguito della mancata conquista del titolo di Capitale europea della Cultura 2019, Andrea Corsi (Moderati di Centrodestra), Marco Falorni (Impegno per Siena) e Massimo Bianchini (Nero su Bianco) hanno chiesto un quadro conoscitivo sul Comitato che era stato incaricato di sviluppare e presentare il progetto di candidatura.
Con l’interrogazione presentata nell’assise odierna, Corsi ha chiesto, in particolare, “se ne sia già avvenuto lo scioglimento, o quando avrà luogo; se il Consiglio e la cittadinanza possono essere messi a conoscenza in dettaglio delle spese sostenute; se dopo il verdetto dello scorso mese di ottobre il direttore e lo staff stiano continuando a ricevere emolumenti ed eventualmente per quale attività; infine, se le somme previste in bilancio per il 2015 e gli anni successivi saranno confermate e a quale titolo”.
Il sindaco Bruno Valentini ha informato l’aula che il Comitato di Siena 2019 non si è ancora sciolto per l’espletamento dei necessari adempimenti burocratici e che ne è prevista la chiusura entro i prossimi mesi, al massimo entro l’autunno.
“Per quanto riguarda il prospetto delle spese sostenute dal Comitato – ha proseguito Valentini – l’ufficio comunale che lo supportava nello svolgimento delle proprie attività sta predisponendo la chiusura dei conti. Entro il 30 aprile si procederà all’approvazione del bilancio 2014, dopodiché tutti i relativi documenti saranno pubblicati sul sito istituzionale del Comune e chiunque potrà prenderne visione”.
Il sindaco ha quindi trattato la questione dei riconoscimenti economici: “I contratti stipulati dal Comitato di Siena 2019 avevano scadenze diverse – ha specificato il sindaco – in base alle diverse mansioni affidate; gli ultimi si sono conclusi nel dicembre scorso. In particolare, l’incarico affidato al Direttore di candidatura era legato al raggiungimento di obiettivi come la redazione del bidbook e la sua presentazione alla Commissione Europea, e non a un arco temporale. A oggi, non ci sono più contratti in essere”.
Sul fronte operativo, come ha detto Valentini, “gli uffici comunali si sono sostituiti al Comitato Siena 2019 nel portare avanti la realizzazione del cosiddetto “piano B” e gli eventi legati alla Capitale Italiana della Cultura 2015. Il patrimonio di relazioni, conoscenze e attività prodotto nei tre anni della candidatura di Siena 2019 non andrà disperso, ma sarà utilizzato sia nel nucleo tecnico Regione-Comune sia per la partecipazione ai bandi europei al fine dell’ottenimento di finanziamenti”.
“Non avendo ottenuto il titolo di Capitale europea della Cultura 2019 – ha concluso il sindaco – non è opportuno inserire a bilancio somme con tale destinazione. Piuttosto, saranno previste delle somme da utilizzare, più genericamente, per lo sviluppo e la promozione culturale della città”.
Corsi si è dichiarato insoddisfatto della risposta, che auspicava “più articolata e più efficace per l’aula in termini informativi”. “Mi chiedo – ha proseguito il consigliere – che tipologia di contratti sia stata stipulata: per esempio, perché il contratto del direttore non è terminato con la presentazione del bidbook, a ottobre, ma è invece proseguito per due mesi successivi?”.
“Infine – ha concluso Corsi – faccio un invito a rivalutare anche la questione del patrimonio intellettuale del Comitato, per il quale lo stesso direttore Sacco ha riconosciuto l’errore di non aver coinvolto al meglio la cittadinanza e il contesto senese”.
4) IL SINDACO VALENTINI NON HA INCONTRATO CLARICH PER PROPORRE ALCUNI NOMI PER IL CDA DI BANCA MPS
“No”, ha risposto stringatamente il Sindaco Bruno Valentini all’interrogazione urgente, presentata questo pomeriggio da Michele Pinassi (Siena 5 Stelle), per sapere se il primo cittadino aveva incontrato il presidente di Fondazione MPS, Marcello Clarich, per proporre alcuni nomi del CdA della Banca MPS.
3) IN CONSIGLIO UN FOCUS SUI FINANZIAMENTI ESTERNI E I CONTRIBUTI PUBBLICI A FAVORE DELLA CITTA’ DI SIENA
Il sindaco Bruno Valentini ha risposto a un’interrogazione di Massimo Bianchini
Contributi pubblici a favore del Comune e della città. Questo l’oggetto dell’interrogazione presentata da Massimo Bianchini (Nero su Bianco), Marco Falorni (Impegno per Siena) e Andrea Corsi (Moderati di Centrodestra) con la quale i firmatari hanno chiesto al sindaco aggiornamenti sull’arrivo e la destinazione dei finanziamenti esterni “come i 40 milioni di euro, a valere sui fondi europei, promessi dal presidente regionale Enrico Rossi per Siena 2019, indipendentemente dall’esito della candidatura. Oppure, i 200mila euro che il ministro Franceschini ha dichiarato di voler destinare per il titolo di Capitale italiana della Cultura 2015; o ancora, i 100 milioni di euro per il policlinico delle Scotte, sui quali si era impegnato il presidente Rossi”.
Bianchini ha inoltre chiesto al sindaco “come pensi, eventualmente, di impiegare tali risorse e se ritenga ancora attuale la sua affermazione, rilasciata alla Nazione nel gennaio 2014, quando si dichiarò favorevole alla rottamazione e al rifacimento del complesso ospedaliero delle Scotte, per garantire un più appropriato sky line della città vista dal Chianti”.
Il sindaco Bruno Valentini ha toccato i vari punti sollecitati dall’interrogazione, partendo dall’eredità di Siena 2019: “Lo scorso 28 gennaio abbiamo sottoscritto un protocollo d’intesa con la Regione Toscana per valorizzare il patrimonio progettuale messo a punto dall’Unità di missione che ha gestito il percorso di candidatura. Abbiamo tenuto conto, oltre alla nomina e alle attività della Capitale italiana della Cultura 2015, dell’opportunità di favorire lo sviluppo locale di Siena e del territorio anche nella prospettiva di un forte coinvolgimento nel Programma Italia 2019, partendo proprio dal patrimonio culturale”.
“In attuazione di questo protocollo – ha proseguito Valentini – è stato formato un nucleo tecnico con due rappresentanti della Regione e due del Comune, incaricato di redigere un programma di attuazione delle linee tematiche prioritarie entro la metà di maggio. Tra queste, la definizione di un programma che guardi alle celebrazioni leonardiane del 2019 per valorizzare Siena e la Toscana come luogo di nascita della scienza moderna e terra di creatività e d’innovazione; la digitalizzazione del patrimonio culturale e lo sviluppo di strumenti per la sua fruizione, anche per valorizzare la componente “esperienziale” dell’offerta turistica. O ancora, il sostegno alle start up nei settori delle industrie culturali e creative nel campo del turismo sostenibile; dell’innovazione dell’offerta turistica e dell’impresa sociale nei campi della sostenibilità ambientale, del dialogo interculturale e dei servizi alla persona. Infine, lo sviluppo di progetti inerenti il rapporto fra cultura e salute fisica e psicologica”.
“Il nucleo tecnico – ha aggiunto il sindaco – si occupa anche di agganciare ai progetti le linee dei fondi europei di diretta emanazione regionale, assicurandone così la necessaria copertura finanziaria. A oggi, la Regione ha deliberato un primo stanziamento di fondi per un importo di 10 milioni di euro in materia di promozione e valorizzazione della rete dei grandi attrattori culturali museali, che prevede l’area d’intervento sul tema “Il Medioevo in Toscana: la via Francigena”, per la quale sono individuati come soggetti capofila il complesso del Santa Maria della Scala e il Comune di Siena”.
“Per quanto riguarda i 40 milioni citati nell’interrogazione – ha continuato Valentini – la Regione si curerà di dirottare su Siena, per i prossimi cinque anni, i fondi strutturali di provenienza comunitaria in vari settori, dalla formazione all’incentivazione di nuove imprese”.
Sempre nell’ambito dei finanziamenti di destinazione culturale, il sindaco ha aggiornato l’aula che “la quota di 200mila euro destinata a ciascuna delle città nominate Capitali italiane della Cultura 2015, come Siena, dovrebbe essere portata a un milione di euro”.
Infine, sul terzo tema, Valentini ha comunicato all’aula che la direzione generale “Diritti di cittadinanza e coesione sociale” dell’assessorato regionale alla Salute ha convocato il gruppo di lavoro per investimenti di riqualificazione e sviluppo dell’ospedale delle Scotte, con la rappresentanza anche del Comune, dell’Università degli Studi di Siena e dell’Azienda ospedaliera universitaria senese. Il gruppo di lavoro ha individuato alcuni criteri prioritari: la pianificazione e la progettazione degli interventi deve tenere conto della funzione formativa e didattica dell’Università, in riferimento alla presenza, nei percorsi clinico-assistenziali, di studenti e personale in formazione specialistica. Inoltre, gli interventi indicati devono essere espressione di una riqualificazione dell’esistente, nell’ambito del perseguimento degli obiettivi propri di una azienda ospedaliero-universitaria, e la realizzazione di nuove strutture non deve interferire con le aree limitrofe di proprietà privata, attuando gli interventi nell’ambito delle previsioni urbanistiche vigenti e riorganizzando le superfici utili lorde non più utilizzate. Infine, dovranno essere effettuate le necessarie verifiche per le dotazioni a parcheggio connesse, in coerenza con il Regolamento Urbanistico.
“Il gruppo di lavoro ha concluso lo studio – ha detto Valentini – e presentato la relazione, con l’elenco degli interventi per una spesa stimata in oltre 90 milioni, all’assessorato Regionale, dal quale è attesa una risposta entro la fine del mese di marzo. Tra questi, la realizzazione di un nuovo blocco operatorio, di una centrale elettrica e di una centrale frigo, e l’efficientamento dell’anello elettrico; il rinnovo e il potenziamento delle tecnologie sanitarie; laboratori centralizzati; interventi strutturali di riorganizzazione generale”.
“Resto dell’idea – ha concluso il sindaco – che i risparmi di gestione derivanti da un nuovo plesso consentirebbero di abbattere, in un congruo periodo, l’investimento in nuove strutture. Intanto, la ristrutturazione rappresenta, anche nella tempistica d’intervento e grazie al reperimento in tempi straordinariamente rapidi. di 100 milioni da parte della Regione, un fatto positivo che va nella giusta direzione. I lavori partiranno nell’area di pertinenza del policlinico”.
Bianchini si è dichiarato insoddisfatto: “Chiedevo chiarezza e certezze – ha puntualizzato il consigliere – non un mare magno di dichiarazioni. Per quanto riguarda le Scotte non mi pare ancora arrivato niente e in generale, degli oltre 140 milioni previsti, pare non ci sia traccia. Sul resto, veniamo a conoscenza solo ora del protocollo con la Regione citato dal sindaco: perché non ne è stata informata l’apposita Commissione consiliare?”.
2) LO SPOSTAMENTO DELLE OPERE DEL SEICENTO SENESE DELLA PINACOTECA ANIMA IL DIBATTITO CONSILIARE
L’assessore alla Cultura Vedovelli ha risposto a un’interrogazione di Marco Falorni
Il trasferimento di circa sessanta opere d’arte del Seicento senese dai locali della Pinacoteca Nazionale, in via di San Pietro, a Palazzo Chigi Piccolomini, in via del Capitano, è tornato di attualità con l’interrogazione presentata da Marco Falorni (Impegno per Siena), Massimo Bianchini (Nero su Bianco) e Andrea Corsi (Moderati di Centrodestra).
Falorni ha posto una serie di domande: in particolare “come si possa giustificare che un patrimonio d’arte così prezioso venga collocato in locali che ospitano uffici amministrativi preclusi alla fruizione pubblica e se – ha specificato il consigliere rivolgendosi al sindaco – abbia mai avuto modo di parlarne con il soprintendente o il ministro per i Beni e le Attività culturali”.
Il consigliere ha chiesto anche “se esiste un inventario delle opere ed eventualmente se il Comune ne è in possesso; e se le stesse godono di un adeguato sistema di sicurezza e di tutela in termini di impianti antincendio, antifurto, di climatizzazione e di illuminazione”; infine, “se il citato trasferimento – ha concluso Falorni – sia coerente con il titolo di Capitale italiana della Cultura, assegnato a Siena per l’anno 2015”.
Come ha specificato l’assessore Vedovelli nella risposta all’interrogazione, l’operazione di ricollocazione di opere della collezione Giovanni Pratesi, sulla quale sono stati debitamente informati gli uffici ispettivi ministeriali, rientra pienamente nella potestà della Soprintendenza, sancita dalle leggi e distinta da quella che il Comune esercita sui beni di propria competenza.
“Dai colloqui avuti con il soprintendente Mario Scalini – ha specificato l’assessore – è emersa la seguente vicenda: lo Stato acquistò il Palazzo Chigi Piccolomini alla Postierla per destinarlo a spazio museale, non per una sede amministrativa. La scelta della Soprintendenza di spostare opere in tale sede è quindi legata idealmente all’attuazione del progetto originario di musealizzazione del palazzo, portato avanti anche in relazione al riordino degli assetti amministrativi dell’apparato generale delle Soprintendenze. In tale prospettiva, l’intento è di aprire al pubblico il Palazzo Chigi Piccolomini alla Postierla, creando uno spazio museale caratterizzato dalla coerenza dell’esposizione delle opere, almeno in termini di cronologia artistica”.
“Non si hanno dubbi sulle competenze tecniche e sulla cura posta nell’operazione – ha continuato l’assessore – che sembra dar nuova luce a opere che, nella precedente sede, apparivano fuori contesto e che, invece, ora appaiono valorizzate proprio in ragione della coerenza della loro collocazione entro quegli specifici spazi, connotati in modo molto preciso dal punto di vista artistico. Contemporaneamente, è stata riorganizzata e valorizzata la sezione seicentesca della Pinacoteca in via San Pietro, che ha ora una preziosità assoluta”.
Vedovelli ha ricordato anche come, nel periodo natalizio, le opere siano state rese visibili al pubblico con una serie di visite guidate altamente qualificate.
“Pur non rientrando negli obblighi della Soprintendenza la trasmissione dell’inventario delle opere al Comune – ha concluso l’assessore – la vicenda sottolinea la necessità dello stretto dialogo fra tutti i soggetti che gestiscono la “grande acropoli senese”, dove insistono il Santa Maria della Scala, il Duomo, la Cripta e il Battistero, il Museo dell’Opera, il Palazzo Chigi Piccolomini alla Postierla, la Pinacoteca. Un dialogo che, nell’attuale fase di riordino del Ministero, è costantemente perseguito dall’amministrazione, nel rispetto delle competenze e delle prerogative dei diversi soggetti istituzionali”.
Il consigliere Falorni, pur riconoscendo la puntualità della risposta, si è dichiarato insoddisfatto: “I quesiti posti restano tali – ha specificato Falorni – perché si parla comunque di locali non destinati alla fruizione museale e di una generica promessa di fruizione pubblica. Inoltre, mi sono state manifestate perplessità rispetto alle nuove collocazioni: siamo sicuri che siano state rispettate tutte le normative di sicurezza per la tutela delle opere in oggetto?”. Dopo aver espresso dubbi anche per la mancata conoscenza dell’inventario delle opere e dei loro autori, Falorni ha concluso sollecitando un più efficace rapporto informativo con la Soprintendenza: “Siena è Capitale italiana della Cultura: troviamo pertanto le forme di dialogo con il ministero competente per colmare queste lacune e non trovarsi più di fronte a fatti compiuti. Una cosa è certa: disturberemo ancora per dare soddisfazione a questa legittima richiesta dei cittadini senesi”.
1) DAL CONSIGLIO UN MONITO SUL PATRIMONIO ARTISTICO DI BANCA MPS
L’assessore Vedovelli, rispondendo a un’interrogazione di Marco Falorni, ha condiviso la necessità che le opere di proprietà di Rocca Salimbeni restino in ogni caso a Siena
Con la stessa preoccupazione con la quale Laura Vigni ed Eugenio Neri avevano presentato un’analoga interrogazione in una seduta consiliare dell’agosto 2013, Marco Falorni (Impegno per Siena), Massimo Bianchini (Nero su Bianco) e Andrea Corsi (Moderati di Centrodestra) sono tornati sul tema della salvaguardia delle opere d’arte di proprietà di Banca MPS.
“Dal momento che da notizie di stampa – ha detto Falorni – si apprende della possibilità che nel capitale azionario entrino nuovi soci, anche stranieri, e che la direzione generale dell’istituto possa essere trasferita da Siena”, il consigliere ha richiamato il rischio della “perdita per la città di tante opere d’arte al momento conservate presso la direzione generale e, comunque, nel territorio comunale”.
“Uno scenario che richiama quanto avvenuto – ha proseguito il consigliere – a una banca di Prato acquisita dalla Banca Popolare di Vicenza e che ci spinge a chiedere all’amministrazione cosa intenda fare perché le opere appartenenti a Rocca Salimbeni restino, in ogni caso, a Siena”.
Sulla stessa lunghezza d’onda l’assessore alla Cultura, Massimo Vedovelli, che ha dichiarato di essere “totalmente d’accordo con la posizione del consigliere Falorni sui rischi che deriverebbero per la città dalla perdita delle tante e preziose opere d’arte di Banca MPS, indipendentemente dallo status giuridico della loro proprietà”.
“Va comunque ricordato che tutte le opere d’arte di più di 50 anni – ha aggiunto l’assessore – in possesso di Banca MPS sono state notificate alla competente Soprintendenza”.
“L’amministrazione su tale tematica – ha concluso Vedovelli – ha una posizione chiarissima: ovvero che il patrimonio artistico senese presente nella Banca, storicamente della città, debba rimanere qui, nel suo territorio. Per raggiungere tale obiettivo, metteremo in atto tutte le misure necessarie, anche in sinergia con la Regione Toscana e la Soprintendenza. Possiamo comunque affermare che, al momento, non risultano esserci problemi in questo senso”.
Il consigliere Falorni si è dichiarato parzialmente soddisfatto per la risposta, ritenuta concorde al quesito: “Restano comunque timori e perplessità che quanto accaduto a Prato possa verificarsi anche a Siena. Rivolgo pertanto l’appello affinché, di concerto con la Soprintendenza e il Ministero per i Beni e le Attività culturali e del Turismo, l’amministrazione possa muoversi in tempo nei confronti dei vertici di Banca MPS per ottenere garanzie scritte sulla permanenza di tale patrimonio artistico nella città di Siena”.
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