Nel periodo gennaio-settembre 2022 il fatturato estero delle imprese senesi è in decisa crescita rispetto a quello dello stesso periodo del 2021 (+24,3%, la variazione più rilevante in Toscana) con un passo superiore a quello medio regionale (+10,8%). Un risultato che conferma la crescita dell’importanza del nostro export che rappresenta il 6,4 % sul totale regionale (era il 6% nel 2021 ed il 4,9% nel 2020).
Allargando l’ambito territoriale, “se sommiamo ai 2,5 miliardi di Siena i quasi 8 miliardi di Arezzo – sottolinea Massimo Guasconi, presidente della Camera di Commercio di Arezzo-Siena -, possiamo oggi affermare che le imprese iscritte alla nostra Camera di Commercio contribuiscono quindi a più di un quarto del totale delle esportazioni della Toscana”.
“Una crescita significativa – prosegue Guasconi – che vede come settore di punta quello dei prodotti farmaceutici le cui vendite all’estero, nel terzo trimestre 2022 aumentano del +123,8% % rispetto allo stesso periodo del 2021 portando così l’incremento complessivo dei primi 9 mesi del 2022 ad un +85,4% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno e attestandosi ad un contro valore esportato di oltre 1,1 miliardi di euro. Gli Stati Uniti, con un aumento del +176,6% delle vendite pari a 436 milioni di euro diventano il primo mercato di riferimento, superando così la Polonia (+ 15,2% e 302 milioni di fatturato) che per molti trimestri è stato il mercato più importante per le produzioni farmaceutiche senesi. Positivi anche i risultati di Spagna, Francia e Belgio (hub mondiale di distribuzione) mentre stanno acquisendo maggiore rilevanza nuovi mercati come quello argentino, quello brasiliano e quello della Corea del Sud.
Il dato senese è particolarmente importante considerando anche che l’export farmaceutico italiano nel terzo trimestre 2022 è cresciuto “solo” del 59,3 e che, come più volte ricordato, siamo in presenza di un settore strategico per la sua centralità nella ricerca e nella innovazione.”
“Altro settore rilevante, per l’economia nazionale e per quella senese, è certamente il comparto agroalimentare – commenta il segretario generale della Camera di Commercio Marco Randellini -. Per l’export provinciale parliamo di quasi 500 milioni di euro nei primi nove mesi dell’anno, per i tre quarti realizzati dal settore delle bevande, in cui il vino rappresenta sicuramente la voce dominante, Nei primi nove mesi del 2022 si è registrato un export complessivo di circa 351 milioni di euro, in crescita del 11,7% rispetto al 2021 grazie anche al buon andamento del terzo trimestre (112 milioni di fatturato, +16,7%). Il primo mercato di destinazione è quello statunitense con 124 milioni di euro ed una crescita del 17,3% rispetto ai primi nove mesi del 2021. Seguono poi la Germania con 39 milioni ed una crescita del + 0,6% e il Canada con 28 milioni ed una crescita del +23,9% mentre si conferma, così come in altri settori, la contrazione delle vendite verso la Gran Bretagna post Brexit.
Il comparto della camperistica – prosegue Marco Randellini – è il secondo settore di specializzazione dell’export senese con un contro valore dei beni esportati nei primi nove mesi del 2022 pari a oltre 366 milioni di euro. Purtroppo, anche il dato del terzo trimestre (-23,6) conferma la fase di sensibile rallentamento rispetto allo scorso anno, attestando il consuntivo gennaio-settembre a -30,1%. La Germania resta di gran lunga il primo mercato di sbocco con 142 milioni di euro nonostante una contrazione del -37% seguita da Francia con 67 milioni di euro (-23,9%) e Spagna con 39 milioni e -14,9%. Unici mercati in positivo sono la Polonia e la Svezia.
Fra i settori in crescita troviamo, ad esempio, articoli in gomma e materie plastiche (+4%), prodotti della metallurgia (+9,6%), prodotti in metallo (+13%), apparecchiature elettriche (+31,6%). Fra quelli in flessione figurano, invece, abbigliamento (-25,2%), pelletteria-calzature (-11,3%). Anche i prodotti chimici nel terzo trimestre invertono la tendenza negativa mettendo a segno un brillante +65,2% che non consente però di recuperare le perdite accumulate nella prima metà dell’anno: il consuntivo dei primi nove mesi si chiude infatti con una flessione del 10,3. Rispetto però ai risultati positivi di alcuni settori è necessario sottolineare come una parte degli incrementi di fatturato, oltre a segnalare una crescita effettiva dei quantitativi venduti, sia in parte conseguente alla svalutazione dell’euro ed al rincaro dei prezzi di materie prime e costi energetici.”