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SALUTE e BENESSERE

Interventi in sanità, siglato un accordo tra Regione e sindacati

10 Febbraio 20208 Mins Read
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Sono alcuni dei punti del Protocollo d’intesa per lo sviluppo di interventi mirati in ambiti prioritari di programmazione sanitaria, siglato stamani nella Sala Pegaso di Palazzo Strozzi Sacrati tra Regione e sindacati. L’hanno firmato il presidente Enrico Rossi, presente anche l’assessore al diritto alla salute Stefania Saccardi, e i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil regionali, dei sindacati dei pensionati e della funzione pubblica.

Il protocollo costituisce una piattaforma comune di impegni e obiettivi da realizzare nei prossimi mesi, secondo un preciso cronoprogramma, per rafforzare il sistema sanitario pubblico e universale.

Ecco tutti i punti dell’accordo:

Appalti edilizia sanitaria. Per garantire lavoro sicuro e di qualità, e anche la corretta applicazione del Ccnl, verrà tempestivamente aggiornato il “Protocollo d’intesa per la trasparenza, informazione, sorveglianza e la prevenzione e sicurezza sui luoghi di lavoro negli appalti pubblici di edilizia ospedaliera” sottoscritto nel 2004 tra Regione Toscana, Aziende sanitarie regionali e OO.SS., a partire dall’impegno all’adozione delle migliori pratiche sperimentate in Regione negli ultimi anni quali il Durc (Documento unico di regolarità contributiva) di congruità, il “cantiere trasparente”, l’Rls di sito, l’assistenza sanitaria durante i lavori.

Rls di sito negli ospedali del Ssr. Per migliorare le condizioni di sicurezza per i lavoratori dei presidi ospedalieri, la Regione ribadisce il proprio impegno nel sostegno al ruolo del Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza. In un’ottica di potenziamento e rafforzamento di questa figura, si prevede l’individuazione di Rls di Sito per i presidi ospedalieri con più di 500 addetti. Queste azioni sono già state intraprese dalla Regione Toscana con la istituzione dei Rls di sito portuale.

Sistema di compartecipazione. Nell’aprile 2019 era già stato abolito il contributo di 10 euro per la digitalizzazione. I sindacati, ritenendo questa misura solo l’avvio di un percorso, con la piattaforma unitaria del maggio 2019 avevano chiesto alla Regione di aprire in tempi rapidi un confronto sulla revisione del sistema di compartecipazione, con l’obiettivo di realizzare una maggiore equità.

La Regione Toscana si era già ispirata a principi di equità, articolando il superticket per fasce di reddito ed esentando da tale quota gli utenti con redditi inferiori a 36.000 euro. Attualmente il superticket non viene pagato da chi è nella fascia di reddito al di sotto dei 36.000 euro (circa l’80% degli utenti); è di 10 euro per ogni ricetta per la fascia di reddito 36-70.000 euro; 20 a ricetta per la fascia 70-100.000; 30 a ricetta oltre i 100.000 euro.

Da un’analisi dell’impatto economico del sistema dei ticket effettuata dalla Regione, emerge una ridotta accessibilità alle prestazioni di laboratorio erogate a carico del Ssn per le fasce economiche paganti il superticket.

Nel protocollo si concorda quindi di eliminare entro il 2 marzo 2020 il superticket sugli esami di laboratorio, il cui valore è pari a circa 8 milioni di euro.

Liste di attesa. La Regione ha già intrapreso, con il Piano per l’abbattimento delle liste di attesa del maggio 2019, un percorso di riorganizzazione dell’offerta specialistica ambulatoriale basato su una serie di azioni prioritarie, per garantire il diritto dei cittadini all’erogazione delle prestazioni Lea entro i tempi massimi previsti: separazione delle agende di primo accesso e accesso successivo (follow up); modalità di scorrimento delle agende; definizione degli ambiti di garanzia; gestione delle urgenze (codice di priorità U); individuazione dei percorsi di tutela.

Regione e sindacati concordano sul fatto che è in corso un progressivo miglioramento, anche se non ancora omogeneo in tutte le zone della regione. E che continueranno a confrontarsi sui risultati raggiunti e su quelli attesi. L’Osservatorio sulle liste di attesa istituito dalla Regione verrà integrato con la presenza di un rappresentante per ognuna delle organizzazioni sindacali. Verranno fatte azioni specifiche di comunicazione rivolte ai cittadini (manifesti, volantini, giornali, tv, sociale network), per informarli dei loro diritti e della necessità da parte loro di ottenerne il pieno rispetto, segnalando tutti i casi in cui le strutture sanitarie sono inadempienti. Il materiale informativo sarà diffuso anche dalle organizzazione sindacali.

Case della Salute. La Regione si impegna a rimuovere tutti gli ostacoli che fino ad oggi ne hanno impedito il pieno funzionamento e l’omogenea distribuzione su tutto il territorio regionale. Attualmente le CdS sono 72. Condividendo la richiesta dei sindacati, la Regione si impegna ad aprire 4 nuove Case della Salute: 2 Asl Toscana centro (Firenze zona D’Annunzio e Gambassi); 2 Toscana sud est (Siena e San Giovanni Valdarno).

Entro il 30 giugno 2020 dovrà essere presente almeno una Casa della Salute in ogni zona-distretto. E entro il 31 dicembre 2021 dovrà essere presente almeno una Casa della Salute per ogni Aft (Aggregazione funzionale territoriale), raggiungendo così l’obiettivo di 116 Case della Salute, distribuite in modo omogeneo sull’intero territorio regionale.

Posti letto di cure intermedie. Il riequilibrio e l’integrazione tra assistenza ospedaliera e territoriale è uno degli obiettivi prioritari di politica sanitaria, per dare risposte concrete ai nuovi bisogni di salute. I setting di Cure Intermedie offrono risposta alla fase post-acuta in ambito territoriale e rappresentano una efficace risposta alla impossibilità di gestire a domicilio condizioni cliniche complesse non acute, per le quali un ricovero ospedaliero non è indicato.

Attualmente ci sono 60 strutture di Cure intermedie (in ospedali di comunità, case di cura, Rsa), con circa 600 posti letto. Nel protocollo si parla di un riequilibrio dei posti letto di Cure intermedie, nei tre setting previsti (low care, residenzialità sanitaria intermedia, residenzialità assistenziale intermedia), per raggiungere una distribuzione omogenea dei posti letto in ogni zona distretto, tenendo conto delle diverse tipologie di setting. Entro il 30 giugno 2021 dovrà essere completato il riassetto dell’offerta di Cure Intermedie residenziali su tutto il territorio regionale.

Sanità di inziativa – Cronicità – Non autosufficienza. Questi temi rappresentano la vera sfida per gli anni a venire. Il livello di anzianità della popolazione ci pone ai primi posti in Europa. Aumenta il numero di malati cronici, anche in relazione all’aumento dell’aspettativa di vita e dell’efficacia dei percorsi diagnostici e terapeutici: in Toscana il 40% della popolazione (quasi un milione e mezzo di persone) ha almeno una patologia cronica. Per questo è fondamentale attrezzare il sistema sanitario e sociale, in previsione di un aumento decisivo dei bisogni di assistenza da parte di una popolazione anziana sempre più numerosa e longeva da un lato, e da una diminuzione dei caregiver familiari dall’altro.

Il protocollo prevede il potenziamento della sanità di iniziativa, impegna le direzioni aziendali a condividere con i sindacati i risultati delle sperimentazioni relative all’infermiere di famiglia e definire un piano di completamento. Quanto alla non autosufficienza, verranno potenziati i Punti insieme, quali canali di ingresso unico per i percorsi di assistenza integrata e nodi principali di un sistema di welfare locale diffuso sul territorio. Il progetto Pronto Badante verrà integrato nel percorso di presa in carico e di assistenza integrata sul territorio.

Nel corso degli ultimi anni, l’utilizzo delle risorse del Fse (per l’asse B stimabili in circa 90 milioni di euro) ha contribuito anche a dare risposte ai crescenti bisogni delle persone non autosufficienti e delle loro famiglie. Nel corso del 2020 sono previsti altri progetti, che esauriscono le risorse della programmazione 2014-2020: servizi di accompagnamento per persone disabili (14 milioni, bando in uscita a febbraio); servizi di accompagnamento al lavoro per persone svantaggiate (15 milioni, bando in uscita ad aprile); percorsi di sostegno alla domiciliarità per persone con limitazione dell’autonomia (9 milioni, bando previsto per marzo).

Aree interne/disagiate. In Toscana sono molte le zone disagiate, montane, di confine e insulari. Sono le cosiddette “aree interne”, zone prevalentemente rurali, caratterizzate da bassa densità abitativa e lontane dai grandi centri urbani. Circa 200 comuni, su 276 complessivi, stanno in territori che hanno le caratteristiche dele aree interne, e occupano una superficie pari al 72% di tutto il territorio regionale, con una popolazione corrispondente al solo 30% del totale.

In tema di assistenza sanitaria, in molti di questi territori sono stati fatti interventi di contrazione o di riconversione di strutture ospedaliere, che non sempre sono stati adeguatamente compensati da un potenziamento dell’assistenza sul territorio. Il protocollo prevede che si attivino appositi confronti tra Regione e sindacati, per mettere in campo progetti che corrispondano ai bisogni della comunità.

Valorizzazione delle risorse umane. Dal 2010 in poi, anche in forza delle norme nazionali, il personale del Servizio sanitario regionale ha subìto una significativa compressione numerica, a fronte di una forte richiesta di aumento di produttività, determinata principalmente dalla trasformazione organizzativa del modello assistenziale. E’ necessario dunque investire sul personale, garantendo una effettiva e tempestiva copertura totale del turnover e prevedendo nuove assunzioni a tempo indeterminato, specie dove sono state realizzate importanti modifiche organizzative o si siano aperti nuovi servizi. Verrà quindi avviato quanto prima un confronto sugli organici con le direzioni generali delle aziende sanitarie. Verrà attivato anche uno specifico tavolo di lavoro, con l’obiettivo di superare le differenze retributive e nelle applicazioni contrattuali che si sono determinate tra le diverse aziende.

Monitoraggio e verifiche. I firmatari si impegnano a fare entro marzo un monitoraggio generale rispetto a tutti i punti del protocollo. Monitoraggio che verrà poi proseguito costantemente fino a giugno 2021, da una commissione tecnica istituita appositamente, che si riunirà mensilmente.


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