Giro di vite da parte della Procura della Repubblica di Parma contro la vendita della “cannabis light”. Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza hanno effettuato diverse perquisizioni in attività commerciali dove sono in vendita foglie, infiorescenze, oli, resine o altre sostanze riconducibili alla marijuana.
Sedici le persone che risultano indagate e per tutte l’accusa è di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti. Una di loro è stata anche arrestata perché durante una perquisizione in provincia di Siena presso l’abitazione di un 42enne di Sovicille gli inquirenti hanno scoperto una piantagione di canapa.
Durante la perquisizione presso l’abitazione di S.G. la Squadra Mobile di Siena ha trovato diversi barattoli e involucri, taluni anche surgelati, contenenti marijuana, per un peso complessivo di oltre 1 kg. Sono state trovate buste e materiale per il confezionamento, nonché materiale per la spedizione; S.G., infatti, aveva occultato parte dello stupefacente all’interno di un pacchetto pronto per la spedizione verso consumatori, sfruttando evidentemente le potenzialità offerte dalla rete.
All’interno di una stanza, sono stati trovati tre grow-box, con all’interno otto piante di marijuana in fase di coltivazione: si tratta di vere e proprie serre, alimentate ad energia elettrica e dotate di un impianto di ventilazione, in grado di produrre marijuana per la successiva vendita.
Tutto il materiale è stato sequestrato e l’uomo è stato arrestato in flagranza per produzione e detenzione a fini di spaccio di sostanza stupefacente.
Complessivamente, nell’operazione, sono stati sequestrati circa 700 chili di infiorescenze ma anche accendini, contenitori, semi oltre a documentazione contabile e i registri dei prodotti commercializzati anche online. Sette le aziende interessate, fra loro Easy Joint, un progetto creato dal parmigiano Luca Marola con circa 90 marchi di cannabis light presenti sul mercato italiano e dal valore complessivo certificato di 9 milioni di euro.